Patruno intervistato da “Screendaily”


Screendaily.com punta i riflettori sull’Istituto Luce. Lo fa, in segno di attenzione per la “rinascita” del cinema italiano delle sue ceneri, con un’intervista di Melanie Rodier al managing director Roberto Patruno, che spiega come l’Istituto si stia ritagliando un posto di primo piano nella distribuzione nazionale. “Il nostro successo si basa su due cose: abbiamo costruito nuove sale e abbiamo acquisito solo film di qualità con buone possibilità commerciali. Per esempio è nostro Dancer in the Dark di Lars Van Trier, come pure Lavagne di Samira Makhmalbaf, senza contare Pane e tulipani di Silvio Soldini. Col risultato che i nostri conti non sono più in rosso, anzi. Abbiamo addirittura triplicato gli introiti nel corso degli ultimi tre anni, raggiungendo la cifra di quasi 6 miliardi di lire. Al momento, abbiamo in piedi anche una collaborazione con Fabrica di Benetton, che oltre a Lavagne ha prodotto anche l’opera prima di Roger Gnoan M’Bala, Adanggaman: RaiCinema ha ottenuto i diritti tv del film e si fa carico dei costi di post-produzione, mentre l’Istituto Luce cura la distribuzione”. Nel 1995 il Luce aveva una manciata di sale di proprietà, adesso ne conta 100. Non solo, aggiunge Patruno, “insieme alla tedesca Kieft & Kieft Filmtheater abbiamo creato una nuova società chiamata Cinestar e contiamo di costruire 30 multisale in tutta Italia entro il 2002”. Si tratta, naturalmente, e Patruno lo sa bene, di un punto cruciale: “Il fatto di avere le nostre sale ci permette di controllare da vicino la programmazione dei nostri film. Oggi, in Italia, un film che vada bene prende circa il 51% del box office nelle 14 città chiave. Il rimanente 49% bisogna incassarlo nelle rimanenti 300 cittadine. Per questo motivo, è essenziale che un film renda bene fuori Roma e Milano. Con Pane e tulipani siamo partiti con 30 copie, che sono diventate 50 per finire con 180. E abbiamo scelto di farlo uscire, con molto tempismo, a marzo, un periodo tradizionalmente tranquillo. La nostra strategia è di costruire più sale e multisale regionali. Poi, bisogna incoraggiare attori e registi a girare di più l’Italia per promuovere i loro film”.

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09 Novembre 2000

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