DA BERLINO. Un esordiente e un regista da Oscar aprono la 53/a Berlinale per l’Italia. Francesco Patierno con Pater familias, opera prima durissima e controcorrente, al Panorama; Gabriele Salvatores in concorso con Io non ho paura, che affronta domani il giudizio della giuria diretta da Atom Egoyan. Due film diversi e due feste diversissime per lasciare un segno in questa metropoli dove la vita notturna non si ferma mai nonostante i sei gradi sotto zero e la brina gelata che ti sferza.
VIDEO: Francesco Patierno: Pater familias – conferenza stampa |
Napoletana e caotica quella di Pater familias, appena comprato dall’Istituto Luce che lo distribuirà a marzo (con sottotitoli perché il dialetto dell’hinterland è proprio ai limiti del comprensibile). Gli organizzatori promettono un quasi-rave in un locale dalle parti dello Zoo mentre sulla cartolina-invito due punk si calano i pantaloni.
Elegante ed esclusiva quella di Salvatores, che riunirà domani sera nello splendido palazzo della Fondazione Guggenheim la delegazione italiana al completo e molti invitati stranieri, ospiti di Marina Cicogna. Italia Cinema ha pensato all’evento nei dettagli: dalle luci proiettate sulle pareti del bellissimo cortile interno del museo, spighe dorate che strizzano l’occhio ai campi di grano del romanzo di Niccolò Ammaniti, al menù della cena. Ospiti d’onore, ovviamente, insieme al regista, i due piccoli protagonisti, e gli attori: la spagnola Aitana Sànchez Gijon, Dino Abbrescia, Diego Abatantuono. Mentre la locandina di I’m not scared – un ragazzino si sporge su una voragine scavata nella terra – occupa un’intera pagina dell’edizione speciale per il festival di “Hollywood Reporter”.
È un festival dedicato alla tolleranza e sono tante le storie di sopraffazione che proporrà nei suoi undici giorni. Tra queste Pater familias, “film coraggioso da parte di tutti quelli che l’hanno realizzato”, dice il produttore Umberto Massa (Lacapagira). “Non sono riuscito a trovare mille lire e fa rabbia vedere quanto è difficile realizzare un esordio costato solo 400mila euro. Ce l’abbiamo fatta perché gli attori hanno lavorato in compartecipazione”. Tra loro, Marina Suma, tornata nelle vesti dimesse di una madre disgraziata. “Rispetto a Le occasioni di Rosa, il ruolo per cui tutti mi ricordano, è stata un’esperienza completamente diversa”, riflette.
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