Pasotti papà acquisito, senza tutela sentimentale

L'attore e cosceneggiatore è il protagonista di 'Mio papà' di Giulio Base: “Il punto di partenza è una esperienza personale, quella di padri acquisiti e la mancanza per loro di diritti"


ROMA. La questione il regista Giulio Base e l’attore Giorgio Pasotti, che firma anche la sceneggiatura di Mio papà, l’hanno posta, ora tocca ai legislatori pensare a una tutela ‘sentimentale’, non certo economica. Parliamo di coloro che, affacciatisi in una famiglia già esistente e costruito un rapporto affettivo con figli non consanguinei, si ritrovano, quando il rapporto con il partner s’interrompe, senza alcun diritto di proseguire quella relazione creata nel tempo, magari dopo aver preso il posto di un padre naturale del tutto assente.
E’ quel che accade in Mio papà – presentato Fuori Concorso nella sezione Alice nella città
e in sala il 27 novembre distribuito da Bea Production Company – al giovane Lorenzo/Giorgio Pasotti, single impenitente e pronto a evitare partner belle ma con figli, fino al giorno in cui incontra e s’innamora della dolce Claudia/Donatella Finocchiaro.
E’ passione a prima vista ma è anche la scoperta di una presenza per lui scomoda e incontrollabile, quella del piccolo Matteo. Lorenzo, dopo il fastidio iniziale e alcune difficoltà nel rapportarsi con il bambino, decide di essere in fondo il suo papà, vista la latitanza di quello vero, un po’ per amore di lei, un po’ per la simpatia e l’affetto che giorno dopo giorno crescono tra i due. Ma il destino improvvisamente li separa…

“Il punto di partenza è una nostra comune esperienza personale, quella di padri acquisiti. Di qui la mancanza di diritti per i patrigni o le matrigne, per usare una terminologia antiquata. Del resto – afferma Pasotti – una buona metà delle nuove famiglie, le cosiddette allargate, nascono dalle ceneri di una famiglia tradizionale. Vorrei che questo film fosse una sorta di moderno e attuale Kramer contro Kramer, il film di Benton di cui sono un grande fan”.
Base ricorda che sia lui che Pasotti vivono un rapporto d’amore ‘padre’ e ‘figlio’ che prescinde dal DNA. “Sono amico di Giorgio da anni e quando mi ha fatto leggere la sceneggiatura, gli ho detto che sarebbe potuta diventare la sua prima regia. Alla fine mi sono trovato io nelle vesti di regista e allora ho chiesto a Giorgio un cambiamento forte nella parte finale della storia. Era infatti necessaria un’assenza per raccontare un amore così forte tra queste due anime che si ritrovano sole al mondo”.
La prima preoccupazione del regista, terminato lo script, è stata quella di trovare il piccolo protagonista, Niccolò Calvagna che prossimamente vedremo nel film natalizio di Lillo e Greg e ne Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani. “Niccolò è un bambino presente e carismatico, che ha creato un buon feeling con Giorgio, l’ho diretto come un padre, con ‘il bastone la carota’, con amore e giusto rigore”.

Pasotti è al Festival di Roma anche con Io, Arlecchino, film di cui è coregista con Matteo Bini, oltre che interprete nei panni qui di un figlio che torna al paese natale per prendersi cura del vecchio padre, un incontro dal quale riemergono questioni irrisolte. “Amo i film che narrano storie umane e sentimenti, che costituiscono un bellissimo momento di condivisione di emozioni, per questa ragione adoro Bergman”, spiega l’attore.
Nel cast di Mio papàuna produzione Movie And con Rai Cinema, oltre a Fabio Troiano c’è Ninetto Davoli “nei panni di una brava persona, un operaio che ha il senso della famiglia e dispensa suggerimenti ai più giovani”, dice lui stesso. Per Pasotti è un personaggio che simboleggia “lo spartiacque tra una vecchia generazione che non capisce perché non si facciano figli propri prima di prendersi cura di quelli degli altri e una nuova generazione pronta ad amarli”.
Certo per coloro che si affacciano in famiglie già esistenti c’è sempre quella spada di Damocle sintetizzata dall’emblematica frase ‘tu non sei il vero padre’. “Anche perché non conosci i confini entro i quali ti muovi, tant’è che come fai sbagli”, aggiunge Pasotti. Soprattutto è incerto il futuro di quel rapporto non coperto da tutele ‘sentimentali’ , per fortuna ricorda l’attore e regista qualcuno in Francia ha proposto una normativa che ponga rimedio. “In Italia grazie a questo film finalmente se ne parla”, conclude Base.

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16 Ottobre 2014

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