Pasotti in attesa di Monicelli


G. PasottiE’ stato preceduto da attori e attrici che si sono imposti all’attenzione del cinema internazionale, da Maya Sansa a Stefano Accorsi, l’attore rivelazione dell’ultimo anno, Giorgio Pasotti, che approda a Berlino come “Shooting Star” (talenti di domani) insieme a 20 speranze del cinema europeo.

Sale sul palco della Berlinale con l’aria sbarazzina di uno studente in gita e subito confessa “Quest’atmosfera da gita scolastica mi piace e mi stimola. Ho la sensazione che ogni associazione nazionale di promozione (ndr. per l’Italia AIP-Filmitalia) abbia fatto le sue scelte nel segno della qualità. Alcuni dei film interpretati dai miei colleghi li ho potuti vedere, di altri mi hanno impressionato le immagini che hanno portato per presentarsi qui a giornalisti e cacciatori di talenti. Insomma, proprio una bella avventura”.

Dopo la rivelazione, giusto qui un anno fa con Dopo mezzanotte di Davide Ferrario e l’affermazione personale di Volevo solo dormirle addosso (a Venezia in settembre), Giorgio Pasotti ha in programma almeno 4 progetti per il 2005: “Alla stagione della semina – racconta – che per me è stata lunga nonostante il pubblico mi abbia scoperto da poco, sta seguendo un felice raccolto. Ma so che tutto deve ancora venire, nel bene e nel male. In parte, per fortuna, dipende da me”.

Il primo film che dovrebbe partire, dopo più di un rinvio, dovrebbe essere comunque quello diretto da Mario Monicelli. “Sarò un inguaribile romantico – confessa – ma mi sembra impossibile che il cinema italiano non offra una nuova chance a uno dei suoi più grandi maestri. Tanto più che resta il più giovane di tutti”.

Resta in frigorifero invece il progetto del film sugli estremisti di destra Mambro e Fioravanti al quale l’attore continua a credere molto. “Al primo annuncio si è scatenato un tale polverone – ricorda – che ci è sembrato logico soprassedere, almeno per il momento. Resto convinto però che si tratti di una bellissima sceneggiatura, che si tratti di un progetto più che rispettoso della verità storica e delle persone coinvolte, che la stampa in primis non abbia aiutato una serena valutazione delle nostre intenzioni. Del resto tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere e capire prima di dare giudizi se ne sono resi conto. Proprio in questi giorni l’Associazione delle famiglie delle vittime della strage di Bologna ha chiesto di incontrare il produttore. Ecco, questo mi sembra un atteggiamento serio e condivisibile. Sparare contro le idee senza conoscerle, come è accaduto senza eccezione da troppe parti, mi sembra faccia male soprattutto ai più giovani che di quella vera e propria guerra civile che feriva l’Italia appena poche decine d’anni fa sanno poco. Non aiuta la memoria e la comprensione, cose di cui invece la mia generazione e quelle successive avrebbero estremo bisogno”.

autore
14 Febbraio 2005

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