Papà, mi porti a Fiuggi?


Genova Un festival al servizio delle famiglie. Così gli organizzatori definiscono il Fiuggi Family Festival giunto alla sua seconda edizione. Perché “i problemi delle famiglie non sono solo di natura economica, legislativa e fiscale ma anche e soprattutto educativi”. E il festival, che dal 25 luglio al 1 agosto richiamerà nella nota località termale del Lazio proprio quelle famiglie cui è dedicato, vuole fare il punto su una mancanza di cui soffre il cinema europeo contemporaneo, che a volte sembra avere difficoltà a confrontarsi e a comunicare con i suoi spettatori. “La famiglia occupa una posizione politica centrale nella nostra società – sottolinea Umberto Caponera, vicepresidente e cofondatore della manifestazione insieme a Gianni Astrei, il pediatra che aveva ideato il festival e che è scomparso lo scorso maggio. La parte più delicata e importante nell’educazione dei figli è quella a cui i genitori riescono a dare vita durante il tempo libero, giocando insieme, guardando un dvd o andando magari al cinema. Ci piacerebbe che nel giro di alcuni anni la nostra industria osasse proporre un equivalente europeo di Alla ricerca di Nemo o di Ratatouille“.

Filo conduttore di questa edizione, cui sono dedicate due retrospettive e un concorso per famiglie, è la paternità. “Trovo interessante soprattutto il tema dei padri dei padri”, ha commentato Alessandro D’Alatri, presidente di giuria che ha raccolto il testimone lasciato lo scorso anno da Pupi Avati, che al mestiere complesso del genitore ha dedicato Il papà di Giovanna. “Siamo la prima generazione – ha continuato D’Alatri – i cui figli non sono stati allevati dai nonni. Una cultura della tradizione che è andata perduta e che occorrerebbe far di tutto per recuperare”. E la tematica familiare, del resto, sta a cuore al regista che nel 2002 aveva affrontato in Casomai il problema del vuoto legislativo nei confronti della famiglia. E “dopo otto anni il tema è ancora attuale, forse servirebbe un nuovo film”.

Tra le tante novità della seconda edizione, diretta sempre da Andrea Piersanti, una madrina, Lorena Bianchetti, ma anche il gemellaggio con Cartoons on the Bay, un concorso per sceneggiature, un premio per la pubblicità più rispettosa dei valori familiari e l’ingresso alle proiezioni gratuito, reso possibile dalla partecipazione di tanti e nuovi sponsor.

Dieci i film del concorso, tra cui la pellicola premiata dalla critica a Cannes nel 2008 Snow, sui rapporti resi fragili dalla guerra in un piccolo villaggio-famiglia nella Bosnia all’indomani del conflitto; il nuovo film di Michael Winterbottom con Colin Firth, Genova, commovente storia di una famiglia che cerca di ricominciare a vivere dopo la tragica morte della madre, e la rilettura attraverso gli occhi di una bambina della fiaba di Cappuccetto Rosso in Who is afraid of the Wolf .

Tra le anteprime il francese Les Enfants de Timpelbach con Gerard Depardieu, in cui gli adulti esasperati abbandonano un paese per un intero giorno. E questa situazione paradossale diventa l’occasione per esplorare le dinamiche che si instaurano tra ragazzini, ma anche l’opportunità di raccontare la necessità di un rapporto educativo. E, tra le proiezioni previste nelle Serate Family, anche il terzo capitolo dell’Era glaciale. 

Tra gli italiani in programma il primo lungometraggio animato a produzione tutta italiana, La rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini. Realizzato in Italia, tra mille difficoltà, durante la Seconda guerra mondiale e prodotto dall’Istituto Luce, il film arrivò in sala nel 1949 dopo sette anni di lavorazione. E una serata tutta dedicata al Giornalino di Gian Burrasca in cui sono stati invitati la regista Lina Wertmüller, l’interprete Rita Pavone e Luis Bacalov, che diresse le musiche scritte da Nino Rota.

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17 Giugno 2009

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