Pannone: il nucleare, tabù per il nostro cinema


Scorie in libertà. L’incredibile avventura del nucleare in Italia, un film documentario di Gianfranco Pannone dopo la presentazione  in anteprima a Roma  al Nuovo Cinema Aquila, sarà in programmazione a Latina, dal 17 al 20 ottobre al Cinema Oxer. Il 23 al 24 ottobre il film passerà a Pisa, al Cinema Arsenale, per poi approdare a Torino, Cagliari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Gaeta, Latina, Mantova, Milano, Padova, Pisa, Rimini, Salerno, Taranto.

Scorie in libertà – presentato nei recenti festival di Pesaro, Cinemambiente e Clorofilla – è una piccola produzione indipendente, realizzata da Pannone per Effetto Notte, in associazione con Blue film srl e First Life con il patrocinio di Legambiente, distribuita da KimerFilm in collaborazione con Arci Ucca.

Il film documentario prende le mosse, avverte Pannone, sia dalla consapevolezza che il nucleare non è mai stato raccontato dal nostro cinema, quasi si tratti di un argomento tabù. Sia dal dubbio (o qualcosa di più) che l’Italia sia stata controllata da Paesi come Usa e Gran Bretagna, per impedire che diventasse una potenza energetica.
“Una storia quella del nostro nucleare che non esito a definire di odio e amore; fatta di entusiasmi, rinunce, battaglie ideali, colpi bassi, ritorni inattesi, unica in Europa; e che nel film, pur svolgendosi in un microcosmo, quello di Latina, ho provato anche a raccontarla inserendola in un ‘affaire’ internazionale tuttora poco indagato, quello dell’autonomia energetica italiana”, spiega Pannone.
Così il cineasta sceglie di narrare in prima persona. “Da giovane sono stato un ambientalista entusiasta e oggi non ho perso quella passione, ma in me si è insinuato un sospetto: che gran parte di noi paladini della natura impegnati nel referendum del 1987 per la chiusura delle quattro centrali atomiche nazionali allora attive, senza che ce ne accorgessimo, siamo stati anche usati da chi non voleva che l’Italia diventasse una piccola potenza nucleare”.

 

Pannone, dopo Piccola America (1991) e Latina/Littoria (2001), torna dunque nel territorio pontino, dove è cresciuto. In particolare a Borgo Sabotino, nei pressi di Latina, dove nel 1963, in pieno boom economico, fu costruita una centrale nucleare su progetto inglese, allora la più grande d’Europa, accolta da tutti con grande entusiasmo. Nella seconda metà degli anni ’80 Pannone stesso fece parte di un comitato antinuclearista locale mobilitato per il referendum contro il nucleare in seguito alla tragedia di Cernobyl, che sancì il primo stop al nucleare italiano. Il secondo stop viene da un nuovo referendum popolare quando Silvio Berlusconi decide di attivare con i francesi un nuovo piano nucleare e l’incidente nucleare di Fukushima ridà fiato alla protesta degli ambientalisti.
Alla luce di questi eventi Pannone indaga sulle tante scorie, materiali e morali, che sono rimaste nel territorio intorno alla centrale nucleare e che non scompariranno a breve termine. Ad aiutarlo nel piccolo viaggio sono un amico ambientalista che oggi si occupa di agricoltura biologica; il proprietario di uno stabilimento balneare, distante dal reattore solo un chilometro; un fisico fuori dal coro, un pittore profeta, un giovane biologo, uno zio operaio/contadino e il fratello impegnato politicamente sul territorio.

autore
07 Ottobre 2012

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