Padri e figli violenti in una Francia che sa di western

I gemelli francesi Ludovic e Zoran Boukherma in concorso a Venezia 81 con 'Leurs enfants après eux', tratto dal romanzo omonimo di Nicolas Mathieu, storia di amori adolescenziali e di una faida tra due giovani


VENEZIA – Le atmosfere ricordano decisamente quelle del recente L’Amour ouf, storia d’amore e di disagio adolescenziale. Infatti con quel film condivide la presenza di Gilles Lellouche, lì regista e qui interprete nel ruolo di un padre violento, incapace di empatia, seminatore di disastri e destinato lui stesso a una solitudine siderale. I gemelli francesi Ludovic e Zoran Boukherma sono in concorso a Venezia 81 con Leurs enfants après eux, tratto dal romanzo omonimo di Nicolas Mathieu (in Italia E i figli dopo di loro, edito da Marsilio).

Siamo nell’agosto 1992, in una cittadina industriale dell’Est della Francia due cugini adolescenti scendono al lago per fare un bagno e conoscono due ragazze. Anthony (Paul Kircher) ha 14 anni e, invaghitosi della coetanea Steph (Angelina Whoret), decide di rubare al padre (Lellouche) l’amata motocicletta per andare quella sera a una festa. Ma a quella festa, dove scorrono fiumi di alcol, c’è anche Hacine (Sayyid El Alami), giovane maghrebino che vive col padre autoritario e comanda un gruppo di bulli di quartiere. Il furto della moto innescherà una serie di eventi tragici che coinvolgono i due ragazzini e le loro famiglie nel corso degli anni, mentre la città, dismessi gli altoforni, si trasforma in attrazione turistica con lo sci estivo. Difeso dalla madre (Ludivine Seigner) ma incompreso dal padre, quasi sempre ubriaco, Anthony si procura una pistola dal balordo della zona (Raphaël Quenard, attore in ascesa nel cinema francese dopo Yannick). Tra droga, amori non corrisposti e vendette efferate, che rasentano la faida, la vicenda si dipana in oltre due ore di narrazione, una tendenza questa alla lunghezza un po’ eccessiva in tanti titoli della Mostra. E la rivalità tra i due giovani sembra sanata nella scena della vittoria francese ai mondiali di calcio quando tutti, indipendentemente dalle origini, si dipingono il volto di blu, bianco e rosso.

“La nostra intenzione – dicono i due registi, classe 1992, al quarto film – era quella di realizzare un lavoro crudo, intenso e viscerale. Un’istantanea della realtà sociale che va oltre la documentazione dei fatti per generare un impatto emotivo di un’ampiezza e di una profondità possibili solo al cinema. Perché Leurs enfants après eux, ambientato com’è in un’arena puramente realistica, si serve però a piene mani delle libertà narrative offerte dal mezzo romanzesco: il furto della moto che fa implodere una famiglia, una pistola avvolta in uno strofinaccio, la resa dei conti in stile western tra gli acerrimi nemici Anthony e Hacine. Questi sono solo alcuni dei momenti altamente cinematografici che ci hanno spinto a portare questo romanzo sul grande schermo”.

Un film che richiama i classici americani, anche per la descrizione dei paesaggi e per le atmosfere, per la descrizione di un mondo orfano della fabbrica e che non ha ancora trovato alternative. “In fondo siamo cresciuti con il cinema degli Stati Uniti – affermano – una cinematografia che amiamo perché non va troppo a fondo sulle cose anche per prediligere l’aspetto popolare. Non a caso Leurs enfants après eux lo abbiamo chiuso sulle note di Bruce Springsteen“.

 

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01 Settembre 2024

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