Paco: con Tornatore punta a Berlino e con Diritti ciak a gennaio

Arturo Paglia: “Non puntiamo su Venezia con La corrispondenza che Giuseppe Tornatore ha da poco finito di girare in Inghilterra e mancano ancora tre settimane di riprese a Bolzano"


CANNES. “Non puntiamo su Venezia con La corrispondenza di Giuseppe Tornatore, abbiamo da poco finito di girare in Inghilterra, a York, e mancano ancora tre settimane di riprese a Bolzano e dunque il film non sarà pronto per settembre. Se il film uscirà a gennaio, ma la decisione spetta a 01 Distribution, scommetteremo sul festival di Berlino, come evento speciale”.
Per il produttore Arturo Paglia, alla guida di Paco Cinematografica insieme alla compagna Isabella Cocuzza, si ripeterebbe l’esperienza positiva de La migliore offerta. “Alla Berlinale 2013 l’anteprima internazionale del film di Tornatore, uno dei quattro eventi speciali, ci portò fortuna. Questa volta ci terremo stretti i diritti cercando di vendere il film in più paesi, del resto è stato tutto più semplice perché, grazie al successo de La migliore offerta, ci sono state tante prevendite”.

Paglia è stato selezionato per partecipare a Producers on the Move, l’appuntamento organizzato dal 2000 dall’European Film Promotion a supporto e guida dei produttori emergenti europei, e che propone una serie di incontri, focus e project pitching. Quest’anno erano 20 i produttori, di cui la metà donne, invitati in rappresentanza di Italia, Lituania, Serbia, Slovenia, Svizzera, Germania, Norvegia, Macedonia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Islanda, Danimarca, Irlanda, Francia, Finlandia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia.
Il progetto portato dalla Paco è stato Lubo, titolo provvisorio di un progetto di Giorgio Diritti, tratto dal libro “Il seminatore” di Mario Cavatore, acquistato cinque anni fa. E’ la storia autentica e drammatica di uno jenish, uno zingaro nella  Svizzera del 1939, quando incombe la minaccia della guerra. Mentre Lubo è chiamato a presidiare i confini, il governo svizzero decide di sradicare il nomadismo. Durante un’operazione la polizia porta via i suoi figli e uccide la moglie che si oppone. Lubo cerca di rintracciare i suoi bambini e si vendica della tragedia subita inseminando il maggior numero possibile di donne svizzere, mescolando il sangue.

“Qui a Cannes ho raggiunto un accordo per Lubo con la tedesca C-Films, tra i produttori de La giovinezza di Sorrentino, così abbiamo ottenuto un fondo di sviluppo italo-tedesco. I partner tedeschi hanno mostrato interesse a una storia che accade nella Svizzera tedesca, una vicenda che è venuta alla ribalta una ventina d’anni fa e che non è stata né tenuta nascosta né rimossa. Le riprese potrebbero partire in alto Piemonte e Svizzera tra gennaio e febbraio, perché ci serve l’inverno”.
Paglia è soddisfatto di Producers on the Move, un’iniziativa che aiuta a conoscere un possibile partner in ogni parte d’Europa, evitando di trovarsi in situazioni produttive incerte o spiacevoli come è accaduto di recente anche in Scozia. “Conosci altri modi di finanziare i film, e anche la ferma intenzione di sostenere le produzioni esclusivamente tramite fondi e la scarsa attitudine a finanziare personalmente il film”.

Dopo il successo al botteghino de La migliore offerta, di Basilicata coast to coast e Una piccola impresa meridionale, entrambi diretti da Rocco Papaleo, Paglia ha allargato la proposta produttiva. Due sono i film pronti che scommettono sulla Mostra di Venezia. Il primo è La stoffa dei sogni di Giovanni Cabiddu, tratto da “L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo e dalla sua versione de “La tempesta”, e interpretato da Sergio Rubini e Ennio Fantastichini, “una coppia stupenda di attori disponibili a un’avventura produttiva realizzata tutta sull’isola dell’Asinara”.
L’altro film è La prima luce di Vincenzo Marra, che sarà distribuito da Bim, una storia vera e commovente di una coppia, lui italiano, Riccardo Scamarcio, e lei cilena, Daniela Ramirez, che si separa. Lei torna nel suo paese natale portando con sé il figlio, e l’uomo vive il dramma di quei padri che non riescono a vedere i propri figli.

Due invece i film in preparazione. I promessi di Pieluigi Ferrandini, già assistente di Rubini, che sarà un film sulla Gomorra giovanile dei vicoli di Bari, e tranne due piccoli ruoli gli interpreti saranno tutti ragazzi sconosciuti.
Il flauto magico è l’opera di Mozart riportata dentro l’orchestra multiculturale di piazza Vittorio, un musical riscritto da Mario Tronco e Fabrizio Bentivoglio.
Dal futuro al passato: c’è un regista italiano di ieri con il quale avrebbe lavorato con piacere? “Vittorio de Sica che rappresenta al meglio l’Italia con i suoi 4 Oscar. Conosco il nipote Brando De Sica, è un giovane regista promettente, con delle qualità. Spero di lavorare presto con lui”.

Cannes 2015

Cannes 2015

Le Figaro riflette sulla delusione italiana a Cannes

Il quotidiano francese dedica un articolo al disappunto degli italiani per il mancato premio al festival: "Forse è mancata una lobby organizzata"

Cannes 2015

Italian Pavilion, dove il nostro cinema parlava (anche) straniero

"Dà l'idea di un Paese che funziona". "L'ulteriore dimostrazione che l'unione delle forze può veramente andare incontro alle esigenze di ogni categoria del cinema italiano".Sono solo alcuni dei commenti sul nuovo spazio del cinema italiano a Cannes, per la prima volta allestito nell'Hotel Majestic, con una terrazza che affacciava sulla Montée des Marches, due sale per le attività professionali e l'ormai famoso ingresso con il tunnel caleidoscopico. E' stato visitato da circa 3mila persone, di cui oltre il 50% stranieri. Sul finale, presente anche il ministro Franceschini."Tutto ciò è stato realizzato con una spesa leggermente superiore a quella che sostenevamo gli anni scorsi per avere il solo spazio sulla spiaggia nel Village International", spiega Giancarlo Di Gregorio

Cannes 2015

L’era Pierre Lescure al Festival di Cannes

Roberto Cicutto, amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà, commenta il contestato palmarès di questa edizione del festival. "Sulle decisioni delle giurie è inutile soffermarci. Si può condividerle o meno ma pretendere di sapere come dovrebbero comportarsi e' da ingenui. Dobbiamo essere soddisfatti che nell’edizione appena finita il cinema italiano e in generale l’industria audiovisiva si è presentata più compatta, con nuovi strumenti per la promozione e l’attrazione di investimenti e soprattutto con un’offerta di film pieni di talento e molto diversi tra loro. Vorrei però segnalare alcuni cambiamenti significativi nel DNA del Festival più importante del mondo"

Cannes 2015

I film italiani mai presi in considerazione per i premi

Rossy De Palma si lascia andare a qualche confidenza sul lavoro dei giurati: "Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma volevamo premiare la novità di linguaggio"


Ultimi aggiornamenti