VENEZIA – Ambientato a New York nel 1972, il documentario One to one: John & Yoko scuote in musica il Fuori Concorso del Festival di Venezia. Grazie agli inediti materiali d’archivio messi insieme da Kevin Macdonald, al Lido risuonano forti le voci dell’ex beatle e della compagna in un’avventura esaltante che restituisce le agitazioni degli anni Settanta e la loro sbalorditiva modernità.
Il ritmo sincopato del documentario, quasi spasmodico nel suo incedere per frammenti sempre più variegati, sorprende gli spettatori con continui stimoli visivi e sonori, tra pubblicità dell’epoca, comizi di Nixon ed esilaranti conversazioni telefoniche di Lennon e Ono. Macdonald ricava l’occasione di ripercorrere un incredibile momento storico dal restauro dell’unico concerto realizzato da John Lennon dopo l’addio all’Inghilterra e ai Beatles, l’evento benefico One to One. L’esibizione, di cui l’erede della coppia, Sean Ono, ha curato il mixaggio, è però spezzettata e interrotta da inserti che compongono un grande mosaico degli anni Settanta; come a dire che in quel concerto si manifestò l’anima di un intero momento storico e delle generazioni di giovani che lo attraversarono. “Il film racconta come si arrivò a quel concerto, in un periodo del mondo molto turbolento”, ha raccontato il regista.
“50 anni dopo non è cambiato molto: parliamo ancora di razzismo, ambiente, politica populista, proteste studentesche, dimostrazioni contro la guerra. È un po’ deprimente realizzare che non siamo andati molto avanti”. E cosa farebbero oggi John e Yoko? “Si comporterebbero allo stesso modo e supporterebbero le cause politiche cercando di capire qual è il modo giusto per cambiare il mondo. E penso che quello che vedi nel film sia il loro tentativo di capire come condurre una buona vita”.
Come i migliori documenti storici, anche One to One: John & Yoko intraprende dunque un fitto dialogo con il presente. Molto spazio è dedicato anche ai momenti privati della coppia, restituiti ai fan con una ritrovata genuinità. “L’idea del film è anche quella di trascorrere un po’ di tempo con loro due”, riflette Macdonald. “Abbiamo cercato filmati d’archivio particolari, in cui li vedi scherzare o semplicemente rilassarsi a letto. Siamo con loro, ed è bello”.
Le uniche riprese realizzate per il film riguardano l’appartamento a Greenwich Village in cui vissero John e Yoko, ricostruito nei minimi dettagli. “Sapevamo che il film sarebbe stato visto dai fan di Lennon, che sanno tutto. E quindi dovevamo assicurarci che ogni minimo dettaglio fosse giusto. Per esempio, l’amplificatore sulla parete dietro di loro, lo abbiamo cercato ovunque e abbiamo trovato un modello identico in Polonia. Tutti i libri che appaiono appartengono alla loro collezione, così come i dischi sparsi per tutto l’appartamento”.
One to One: John & Yoko è anche, finalmente, l’occasione per riscattare al mondo la figura dell’artista giapponese. Da sempre protagonista di una vulgata che la vorrebbe responsabile dello scioglimento dei Beatles, Yoko Ono appare nei filmati inediti montati da Macdonald sotto una nuova luce. Nelle diverse conversazioni che intraprende con amiche e attiviste a lei vicina, racconta di conoscere le mistificazioni che l’opinione pubblica, maschilista, le ha cucito addosso – “Dicono che sono una strega”, diceva – ma il documentario ne restituisce anche l’incredibile sensibilità e la devozione a un’arte senza regole e confini. Inoltre, è raccontata la vera ragione per cui la coppia si trasferì a New York: cercare la figlia scomparsa di Yoko Ono, Kyoko. “Questa è anche la storia del dolore di Yoko e della vulnerabilità di questa coppia di famosi, ricchi, generosi e idealisti che volevano fare la rivoluzione ma poi disillusi pensarono alle piccole cose da cambiare, come far star meglio i bambini della Willowbrook School, a cui fu dedicato questo incredibile concerto”.
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