CANNES – Cita Jonathan Glazer e il suo La zona d’interesse il regista rumeno Emanuel Parvu, in concorso al 77° Festival di Cannes con Tre chilometri alla fine del mondo. “Glazer ha fatto un film meraviglioso in cui parla del punto di vista dell’aggressore. Tutti conosciamo l’Olocausto ma in questo caso ne cogliamo aspetti e orrori diversi”.
In piccolo è quello che fa anche lui nella sceneggiatura, scritta con la compagna e produttrice Mirona Berescu e ambientata in un piccolo villaggio sul Delta del Danubio. Adi (l’esordiente Ciprian Chiujdea, attivista LGBTQ+) ha 17 anni e vive con i genitori (due attori importanti, Bogdan Dumitrache e Laura Vasiliu, interprete della Palma d’oro 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni), che fanno grossi sacrifici (il padre è pescatore, la madre affitta una camera ai turisti per arrotondare) per mandarlo a studiare nella vicina città di Tulcea. Ma quando Adi viene selvaggiamente picchiato da due coetanei dopo una serata in discoteca, l’amore vacilla. Infatti il padre degli aggressori avvicina il padre della vittima per fargli sapere che suo figlio è omosessuale ed è stato visto baciarsi con un giovane venuto da fuori la notte del pestaggio. A quel punto scatta un rovesciamento tra vittima e carnefici, Adi viene segregato in casa, legato, sottoposto a una sorta di esorcismo. Tutto per il suo bene. Mentre, come in molto cinema rumeno di questi anni sempre attento a scavare nelle pieghe di una società contraddittoria, si cerca di insabbiare il caso con la corruzione e la connivenza. In particolare di un poliziotto locale che aspira ad andare in pensione.
“L’idea del film – spiega il regista – mi è venuta nel 2015 leggendo un fatto di cronaca, una ragazza era stata violentata in un ambiente rurale e tutta la comunità aveva difeso il colpevole e si era scagliata contro di lei con un classico meccanismo di colpevolizzazione della vittima”.
Centrale, nel film, che è stato sostenuto dal Romanian National Film Center, è l’ambientazione: la regione di Tulcea sul Delta del Danubio. “E’ un luogo, sul Mar Nero, dove ho passato la maggior parte delle vacanze, un luogo fuori dal mondo dove si arriva solo in barca e si ha davvero l’impressione di essere alla fine del mondo. D’inverno, quando il Danubio gela, gli abitanti sono approvvigionati da un elicottero che porta i generi di prima necessità, d’estate invece diventa un luogo cool e alla moda”.
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