“Siamo al collasso del capitalismo e la situazione economica mondiale ne è la prova. Fra poco ci sarà un cambiamento drastico, le nostre vite non saranno più come sono ora. Ne sono certo”.
Così il regista Oliver Stone ha commentato il suo ritorno a Wall Street per le riprese di Wall Street 2: il denaro non dorme mai, sequel del film che nel 1987 valse a Michael Douglas l’Oscar come Migliore Attore.
Il film sarà presentato fuori concorso al festival di Cannes.
Il primo capitolo contribuì in maniera rilevante alla nascita del fenomeno yuppies e alla leggenda dei “rampanti” anni ’80, che influenzò anche la cultura italiana contribuendo alla costruzione del mito della Milano “da bere”, costellata di lusso ed eccessi.
“Ancora adesso la gente mi ferma e mi confida di essere entrata nel mondo dell’economia grazie al mio film – prosegue Stone – e so che lo stesso capita a Michael e Charlie Sheen. Non avrei mai immaginato che quel film potesse creare tanto interesse. Ero anche riluttante a girarlo perché Wall Street e il mondo delle borse erano completamente sconosciuti al grande pubblico. Inoltre è un ambiente fatto di numeri e discorsi, dove l’azione è poca, non credevo potesse uscirne un film così appassionante”.
Wall Street è l’unica pellicola della filmografia di Stone di cui il 63enne regista abbia deciso di girare un sequel, nonostante il suo curriculum comprenda capolavori del calibro di Platoon, JFK e Nato il 4 luglio. Molti film di guerra, di cui Stone è esperto (ha militato in Vietnam), e a questo proposito dichiara: “Wall Street è come se non facesse nemmeno parte di Manhattan. E’ una cosa a sé. Mio padre era un broker perciò sentivo da lui i racconti di ciò che accadeva all’interno, è come una guerra. E succede a cento metri da casa nostra. Non avrei mai fatto un sequel se non fossi stato sicuro che dietro c’era un’idea a sé, non una semplice continuazione delle vicende del primo film”.
Nel corso degli anni Wall Street si è costruito un seguito di fan e ammiratori anche fra il pubblico più giovane. Fra questi figura il 23enne Shia LaBeouf, coprotagonista del sequel e noto al grande pubblico per le sue performance nella saga fantascientifica Transformers. “Ho fatto questo film perché sono un grande fan del primo capitolo – racconta l’attore – mi sono sempre chiesto cosa avrebbe fatto Gekko una volta uscito di galera, solo e senza nessun ad aiutarlo. Quando ho letto la sceneggiatura ho capito che questo è il sequel che i fan come me speravano”.
“Wall Street era puro teatro trasportato al cinema – aggiunge Douglas – parlava di potere e di come chiunque potesse raggiungerlo. Per questo è diventato un cult e continua a piacere così tanto”.
Durante le riprese il cast ha frequentato uffici di broker a Manhattan per studiare il cambiamento avvenuto negli anni. “L’ambiente è quello movimentato e frenetico di sempre. Gli uffici e le scrivanie dei più giovani sono disordinate e sporche come un tempo – conclude Stone – Ma sono i capi a essere cambiati. Le banche e le compagnie assicurative sono diventati i nuovi Gordon Gekko.
Negli anni ’80 era impossibile: una banca era una banca e non poteva fare altro che contenere soldi. Erano gli uomini a fare il gioco sporco. Ora sono le istituzioni ad essere avide, e non se ne vergognano affatto”.
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