‘Old Henry’, il “microwestern” con Tim Blake Nelson

L’attore Tim Blake Nelson torna Fuori Concorso a Venezia, dopo avere vestito i panni di Buster Scruggs, con un western a basso budget firmato da Potsy Ponciroli. Un film di genere perfettamente confez


VENEZIA – Abbiamo apprezzato recentemente l’eccellente caratterista Tim Blake Nelson nei panni del cowboy canterino Buster Scruggs targato fratelli Coen, ora l’attore torna a Venezia Fuori Concorso con il ruolo da protagonista in un film molto meno ambizioso, Old Henry, del regista semisconosciuto Potsy Ponciroli. Un “microwestern”, come lo definisce lo stesso Nelson (che ne è anche produttore), con un budget bassissimo per gli standard americani, ma che riesce sorprendentemente negli intenti che si prefissa.

Una storia piccola ma che porta in sé tutti gli elementi classici del genere. Henry è un uomo non più giovane, un contadino vedovo che vive da anni con il figlio adolescente in una fattoria isolata. Quando salva la vita di un uomo gravemente ferito, si trova a pagarne le conseguenze, portando in superficie un passato di violenza che stava cercando di dimenticare.

La passione di Potsy Ponciroli per il genere si nota in ogni inquadratura: “Il bene contro il male – dichiara – Uomini soli in un luogo senza legge, dove se non ti difendi muori. È un mondo pericoloso e al tempo stesso romantico”. “È un genere tutto americano – aggiunge Tim Blake Nelson – dove regna il conflitto tra individualismo e collettivismo. Siamo un paese giovane, che si è nutrito delle risorse di una terra che non gli apparteneva. Aggiungiamoci un rapporto particolare con le armi da fuoco e si ottiene un genere che può esistere solo in America”.

L’attore dichiara di avere abbracciato il progetto e di “esserci entrato” del tutto, avvinto dalla bellezza della sceneggiatura, che in effetti si dimostra solida e capace di creare tensione, mistero e dubbio su personaggi ambigui e pieni di soprese. Su tutti è proprio Old Henry, il protagonista, a reggere su di sé il peso del film. Il suo volto ruvido, il suo corpo esile ma vigoroso, la sua espressione sofferente, sono gli strumenti perfetti per costruire un personaggio che viene presentato come un contadino buono e che finisce per essere tutto il suo opposto. “Mi piacciono i personaggi sfumati – afferma l’attore – non quelli netti, buoni o cattivi, che si vedevano nel dopoguerra, ma quei caratteri complessi e ambigui a livello di morale che si sono iniziati a vedere nei western degli anni ’70”.

E qui sta la chiave di comprensione di un film che ragiona interamente sul concetto di identità e auto-affermazione: “io sono un contadino” dice all’inizio Henry, “sono ciò che sono, ognuno scrive la propria storia” aggiunge poco dopo. Old Henry è un film che non vuole (e non può) strafare, ma riesce nonostante tutto a concedersi alcuni momenti di alto cinema di genere. Una piacevole e inaspettata sorpresa per tutti gli appassionati del western.

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07 Settembre 2021

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