VENEZIA – Il film che più di tutti, a Venezia 81, parla dei più recenti risvolti del conflitto israelo-palestinese, partendo dall’atroce attacco terroristico del 7 ottobre 2023, si intitola Of dogs and men ed è in concorso nella sezione orizzonti. Diretto da Dani Rosenberg, è entrato in produzione pochissime settimane dopo l’attentato di Hamas che ha dato inizio alla campagna di Israele a Gaza; forse il caso più recente di interazione diretta del cinema con i fatti geopolitici che stanno rigettando il mondo in nuove terribili guerre.
Il punto di vista del film lo offre Dar, una ragazzina di 16 anni che durante l’attacco terroristico ha perso insieme alla propria casa anche il suo cane. Decisa a ritrovarlo tra ciò che resta del suo kibbutz, riesce a schivare i controlli dell’IDF per intrufolarsi in quel che un tempo era il suo mondo, tra abitazioni di amici, ora popolate da uno spettrale silenzio, e resti di incendi. Del cane neanche l’ombra, ma alcuni abitanti rimasti nel kibbutz provano ad aiutarla e una maestra della sua scuola, devastata da Hamas, le fornisce i contatti di una donna che si sta muovendo tra i siti coinvolti, per mettere in salvo gli animali domestici perduti dai proprietari in quelle ore terribili. Il film fa largo uso di momenti di fiction, ma gli spazi sono reali e Dani Rosenberg li inquadra, senza mai entrare davvero con la cinepresa nelle abitazioni delle vittime, lasciate a uno sguardo distaccato, consapevole e rispettoso. Of dogs and men si avvale anche di uno splendido inserto animato, spazio quasi onirico ripreso nella mente della protagonista, idea vivace, ma delicata, che conclude il mix di stili del film.
Attraverso la storia di Dar ascoltiamo tante voci, dai sopravvissuti all’attacco, portatori di un trauma senza soluzione, ai tanti israeliani interessati a esprimere la propria. Le visioni sono molteplici e spesso opposte. Dal tassista che non si fa alcun riguardo a rievocare la “soluzione degli USA dopo Pearl Harbor” – ovvero l’utilizzo dell’atomica – al momento di sincera umanità offerto da un uomo sopravvissuto all’attacco di un kibbutz, che guardando verso Gaza, da cui arrivano letali i suoni delle bombe israeliane, pensa a un suo amico palestinese. “Non siamo nazisti”, dichiara con forza rivolgendosi a Dar, ma senza mai togliere lo sguardo verso Gaza, oltre il confine. “Non possiamo sterminare”. C’è poi la maestra di scuola, convinta a bruciare i giocattoli toccati da Hamas, portatori di un’onta e memorabilia di un terrore irrevocabile. Dichiarazioni e incontri reali, che Rosenberg inserisce nella sottilissima partitura del proprio film, che vive in assenza di una reale sceneggiatura e restituisce l’intensità di un momento epocale. Sono dialoghi non scritti, per lo più improvvisati da attori non protagonisti, ripresi da troupe che vivevano e conoscono la regione israeliana raccontata.
A colpire anche il ruolo nel conflitto dell’app di messaggistica telegram, dove senza filtri sono circolate da subito le immagini dell’attacco terroristico. Dar le scorre senza proferire parola, quasi evitando di sbattere le palpebre. Segno, già evidente con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, di tempi di guerra mai così raccontati, in cui chiunque può assistere, quasi in alta definizione, a una disumanità in live streaming.
“È possibile raccontare questi eventi?”, da questo interrogativo ha avuto inizio il lavoro di Rosenberg, il quale ha ricevuto in queste ore l’accusa di artwashing, con oltre 300 registi e artisti che hanno firmato una petizione per boicottare il film poiché realizzato da compagnie di produzione israeliane. Il film non include una voce palestinese e lo sguardo su Gaza è quello di bombe che mietono individui senza nome. L’interesse del film sembra però essere lo sguardo israeliano all’indomani del 7 ottobre, molto prima che entrassero in gioco le problematicità della risposta dell’IDF. Come detto però non mancano le voci critiche, espresse da alcuni degli individui incontrati da Dar, e commovente è infatti la storia dell’uomo che pensa al suo amico palestinese, e alla sua famiglia, a Gaza. Rosenberg non è nuovo al racconto del conflitto israelo-palestinese e già nel 2023 si era presentato a Locarno con un racconto su un soldato 18enne che si allontana da Gaza per andare a trovare la propria ragazza a Tel Aviv, scatenando le più imprevedibili conseguenze nell’esercito israeliano.
Of dogs and men è prodotto da Itai Tamir e Alexander Rodnyansky, co-prodotto dall’Italia da Donatella Palermo con Rai Cinema. La distribuzione internazionale è Rai Cinema International Distribution.
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