La 64esima Berlinale si è aggiudicata la prima mondiale del volume primo della versione “uncut” di Nymphomaniac, che presenterà fuori competizione. Oltre alla protagonista Charlotte Gainsbourg, il cast stellare è composto da Stellan Skarsgård, Shia LaBeouf, Christian Slater, Jamie Bell, Uma Thurman, Willem Dafoe, Jean-Marc Barr, Udo Kier. La britannica Stacy Martin (nella foto con Shia LaBeouf) debutta sul grande schermo con questa pellicola. Lars von Trier è stato ospite della Berlinale per la prima volta nel 1984. “L’estetica di Nymphomaniac è impressionante e radicale”, commenta il direttore del festival Dieter Kosslick. Il film è la storia del viaggio di una donna che si autodefinisce ninfomane, Joe, dalla nascita all’età di 50 anni raccontata da lei stessa all’affascinante scapolo Seligman (Stellan Skarsgård) che la trova per strada pestata di botte in una fredda notte d’inverno. La porta nel suo appartamento e mentre si prende cura di lei si fa raccontare la sua vita, che verrà scandita in otto capitoli. La versione breve del film debutterà al cinema il 25 dicembre.
Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick
Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore
Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama
L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più