NEW YORK CHIAMA ITALIA

Il primo colpo l’hanno messo a segno i direttori della fotografia. Uno squadrone di sedici maestri italiani che ha occupato il Guggenheim Museum di New York e ha subito fatto registrare il tutto esaurito (guarda il nostro dossier). E la stampa ha iniziato a drizzare le antenne, stimolata dal fatto che se anche Woody Allen si scomoda per festeggiare il premio alla carriera che Italia Cinema ha voluto dare a Carlo Di Palma (leggi l’intervista), qualcosa sta succedendo.
Il primo giugno i riflettori si sono accesi sul Lincoln Center, altro tempio della cultura contemporanea, che fino al 14 ospita una rassegna con 13 film della più recente produzione made in Italy (leggi la notizia). E i giornali, che già avevano fiutato qualcosa, hanno cominciato ad annunciare il ritorno in grande stile del cinema italiano. Risultato: ieri, all’ora di pranzo, la sala dove veniva proiettato Le fate ignoranti era talmente piena, che molti spettatori hanno dovuto rinunciare all’idea di vedere il film di Ozpetek.
Ce ne sarebbe abbastanza per parlare di fenomeno, ma le notizie da New York non sono finite qui. Al Williamsburg Brooklyn Film Festival, Asia Argento si è aggiudicata il premio cone miglior regista esordiente per Scarlet Diva, sbaragliando così la concorrenza di altri 80 titoli.
Nelle stesse ore, nella Grande Mela, è uscito La grande strada azzura, il primo film di Gillo Pontecorvo che Jonathan Demme e Dustin Hoffman si sono presi la briga di portare al cinema.
Domai poi sarà la giornata di Nanni Moretti che, dopo essere stato accolto da star a Hollywood, fino al 24 sarà di casa alla Brooklyn Academy of Music. E pensare che il suo tour negli States era stato pianificato acnhe prima che venisse incoronato a Cannes con la palma d’Oro.