Tante tecniche di ripresa, dalla videocamera alla GoPro, per (R)esisti, il cortometraggio di Davide Bongiovanni presentato al Torino Film Festival fuori concorso. Un racconto emotivo che vuole mostrare l’impatto fisico, psicologico, culturale del Covid-19. Una narrazione incentrata sulla prima ondata: 20 minuti per 50 giorni, dal 20 marzo al 22 aprile 2020, che il regista aostano, con esperienza nel mondo della pubblicità, ha vissuto immerso nell’inferno del Covid-19 con una delle rare autorizzazioni a filmare e circolare nel paesaggio deserto animato purtroppo dalle ambulanze.
Bongiovanni sottolinea il passaggio di ritmo dal lento al veloce che è la cifra del film: “Per forza di cose le scene girate nelle case erano affidate alle persone che si sono prestate con una mia regia in remoto e testimoniano il fermarsi di quasi tutte le attività all’interno delle famiglie in lockdown, mentre le immagini del fuori, quelle che ho girato io, conservano la concitazione e a volte la fretta”.
Aiutato da personale sanitario e protezione civile, il regista ha potuto riprendere immagini forti, come quelle delle bare in un hangar ad Aosta perché non c’era più posto nelle camere mortuarie o quella dell’uomo con il casco respiratorio o ancora la ragazza che scoppia a piangere mentre parla di suo padre, mancato a 56 anni. Il film affronta soprattutto l’aspetto umano della tragedia, la lontananza dai propri cari, la morte in solitudine. Se c’è retorica, ammette, è perché di retorica abbiamo bisogno: “E’ proprio quello che sta venendo a mancare nell’abituarsi alla situazione di emergenza”.
La sua idea era quella di evitare il reportage giornalistico per “dare un contributo che possa rimanere negli archivi, come monito per le generazioni future, affinché tutto questo non venga mai dimenticato”, aggiunge. Non c’è stato il timore di varcare il limite dell’eticamente documentabile nella rappresentazione del dolore? “Non c’è stato pudore, il materiale girato era moltissimo, avevo girato da solo, avendo l’autorizzazione a muovermi senza troupe, ero concentrato, in alcuni momenti spaventato. Ma ho sempre rispettato chi stavo riprendendo e in questo gli infermieri mi sono stati vicini e mi hanno guidato”. Ora Bongiovanni sta continuando a filmare la seconda fase del coronavirus: “Oggi le emergenze sono altre, non più sanitarie ma sociali”. In (R)esisti l’attrice Valentina Favazza presta la sua voce ai testi di Rossella Scalise, Raffaele d’Anello cura il soundtrack, Marco Paba il montaggio, Angelo Acerbi e Margherita Bordino hanno partecipato come content consultant.
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