Ci siamo: nella notte di domenica 24 febbraio si conosceranno i vincitori del premio più importante del cinema. C’è gran fermento a Hollywood: quest’anno, tra i nove film candidati al premio di miglior pellicola, manca ancora un super favorito. L’Academy ha nominato ben nove film sul massimo consentito di dieci: Argo, Lincoln, Vita di Pi, Il lato positivo, Les Miserables, Zero Dark Thirty, Re della terra selvaggia, Django Unchained e Amour (quest’ultimo nominato anche nella categoria di miglior film straniero dove è dato per favorito e proprio per questo si ritiene non vincerà anche nella categoria miglior film). Se all’inizio Lincoln poteva sembrare uno dei favoriti, con le sue 12 nomination, dallo scorso 13 gennaio, con l’apertura ufficiale della stagione dei premi con i Golden Globes, Argo, che quella sera ha vinto per miglior film e regista, è passato in testa alla lista dei candidati più probabili. Nell’ultimo mese il film diretto da Ben Affleck si è aggiudicato tutti i premi più importanti assegnati dai sindacati dell’industria del cinema: produttori, attori, scrittori e registi hanno mostrato una decisa predilezione per questo film. Ma al film manca la nomination nella categoria di miglior regista, il che rende la sua corsa per la vittoria un po’ monca.
Entrambi i film hanno una trama a carattere storico, come del resto anche Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow (che però ha fatto già incetta di statuine nel 2009 con The Hurt Locker) e Django Unchained di Tarantino, dove però le riflessioni antischiaviste e antirazziste sono filtrate da influenze marcatamente action e ironiche. Di carattere storico anche Les Misèrables, adattamento cinematografico di uno dei musical più amati al mondo, basato sul romanzo di Victor Hugo del 1863. Ha riacquistato terreno negli ultimi tempi Vita di Pi, lodato per la prodezza tecnica e la regia di Ang Lee che, secondo i critici, ha saputo trasformare in un bellissimo film un romanzo difficile da adattare cinematograficamente.
Sul versante italiano, Dario Marianelli, l’unico candidato nostrano alla corsa, verrà festeggiato sabato a Los Angeles, nella residenza privata del Console Generale Giuseppe Perrone. Marianelli è candidato nella categoria Miglior Colonna Sonora, per il suo lavoro in Anna Karenina. Il compositore pisano era già stato nominato nel 2006 per la musica di Orgoglio e pregiudizio e aveva vinto la prestigiosa statuetta nel 2008 per Espiazione.
Quest’ultimo, come Anna Karenina, è diretto da Joe Wright, cui va il primo pensiero del compositore, raggiunto dall’ANSA nella sua casa di Londra. “Devo a Wright le mie 3 nominations e mi è un po’ dispiaciuto che il suo talento non sia stato personalmente riconosciuto dall’Academy. Joe condivide con me il desiderio di trattare la musica alla stregua di uno dei personaggi del film. Non cerca mai di nasconderla, o di usarla come sottofondo, o come atmosfera. Il risultato è che quando la musica entra in una scena è impossibile ignorarla. Di essere nominato non me lo aspettavo, ma un poco, dopo le nominations per Golden Globe e per BAFTA, ci speravo”. Già vincitore di un Oscar, “quello per Espiazione è nel mio studio su uno scaffale. Nei momenti difficili, quando mi sembra di essermi scordato come si scrive la musica (succede su ogni film) ogni tanto aiuta a ricordarmi che se persevero di solito viene fuori qualcosa”, Marianelli confida che essere nominati è sempre un onore: “soprattutto sapendo che le nominations vengono dai miei colleghi compositori. E poi è un grandissimo onore ritrovarmi in compagnia di altri compositori che stimo moltissimo. Toscano di origine Marianelli lavora tra Londra e Los Angeles, e fa parte anche lui della fuga di cervelli: “Non so quanto cervello c’é stato nella mia fuga: forse più probabilmente una voglia d’avventura, non molto organizzata, almeno a suo tempo, quando partii per Londra. Sono stato fortunato, più che intelligente”. Marianelli anche se da ormai 23 anni non vive più in Italia è orgoglioso di rappresentarla, come già fatto in passato: “Sì, molto orgoglioso anche se manco da oltre vent’anni”.
Tra gli ospiti del ricevimento anche il pluripremiato produttore discografico e compositore, Giorgio Moroder, Zucchero che riceverà, al Grammy Museum il premio speciale “L.A. Italia Excellence Award 2013”, Tony Renis, Gabriele Muccino, oltre ad una delegazione italiana composta, tra gli altri dal regista Michele Placido, Fausto Brizzi, Andrea Zaccariello e il produttore Igino Straffi. La festa sancirà la conclusione del Los Angeles Italia Film, Fashion and Art Fest, rassegna cinematografica promossa dall’Istituto Capri nel mondo, che celebra e promuove il cinema Italiano negli Stati Uniti e che quest’anno è uno dei momenti cruciali della celebrazione del 2013 quale Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. Ospiti d’onore del festival organizzato da Pascal Vicedomini sono stati anche Quentin Tarantino e Christoph Waltz, regista e protagonista, appunto, di Django Unchained. “Voglio essere italiano!” ha detto, nella nostra lingua Waltz, ricevendo il premio, la maschera di Pulcinella, che poco dopo è stato consegnato anche a Tarantino. “Perché l’italia non produce più spaghetti più spaghetti western? Ok le commedie, ma è un peccato che l’Italia abbia rinunciato a un genere che in passato ha reso glorioso il cinema italiano nel mondo”, ha dichiarato il regista. Anche il console Perrone ha sottolineato l’importanza della cultura italiana nel mondo: “La grande risonanza che continua oggi ad ottenere l’Italia come fonte d’ispirazione ed esempio, per il cinema mondiale, è stata confermata in questi giorni dalla risposta di Hollywood, dalla presenza e dalle parole di personaggi storici del mondo del cinema come Al Pacino, Quentin Tarantino, Harvey Weinstein e David O’Russel.”
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