Dopo l’appello sui social di Carlo Verdone, l’indimenticabile attrice di Acqua e Sapone Natasha Hovey riemerge a quarant’anni dall’uscita del film. L’attore e regista aveva pubblicato una foto dell’allora esordiente Hovey domandandosi che fine avesse fatto: “Emanavi dolcezza e grazia, la luminosità del tuo viso non poteva non incantare. Dove sei ora, Natasha?”. La risposta arriva da Miami, dove Natasha Hovey, 56 anni, vive oggi con marito e figlio. “Sono stupita da tanto clamore – ha raccontato al Corriere della Sera – mi hanno chiamato amici dall’Italia per avvertirmi dell’appello di Carlo Verdone che si chiedeva sui social dove fossi. Eccomi, vivo a Miami e sono la sua Sandy!”.
L’attrice ha ricordato gli anni sui primi set, e in particolare l’esperienza al fianco di Verdone. “Io mai avrei pensato di poter lavorare nel cinema. Avevo difficoltà a comunicare, ero piuttosto riservata. Mia madre, di origine olandese, per avere un ricordo dei miei 13 anni mi portò un giorno a fare qualche scatto in bianco e nero da un fotografo, che le consigliò di proporre il mio volto alla pubblicità. Così feci qualche spot, ma rimanendo muta: da una réclame per un prodotto contro la forfora mi scartarono perché dovevo dire una frase, ma non riuscii a proferire una parola! Mamma per sbloccarmi mi iscrisse a una scuola di recitazione, e piano piano mi sciolsi. Quando feci il primo provino per Carlo Verdone ero già capace di recitare qualche battuta. Alla prima selezione gli diedi una mia foto in cui comparivo truccatissima per una rivista di abiti da sposa e fu in quel momento che scattò in lui la molla: incarnavo la perfetta donna-bambina. Mi disse poi di aver scritto la sceneggiatura tenendo davanti a sé quell’immagine. Quando mi presentai al secondo casting mi prese. Aveva già visto centinaia di ragazze anche nel nord Italia. In comune io e lui avevamo anche la scuola: il Nazareno, a Roma”.
Della storica scena del bacio ricorda soprattutto le grandi risate del set: “si scherzava sempre”, spiega, “E in quell’occasione c’erano attorno a noi decine di tecnici e operatori. Mia mamma sempre presente. Oggi non so se sarebbe possibile girare un film di quel genere. Ma non c’era malizia, in Acqua e Sapone. Solo tanta tenerezza”.
Il film, debutto in lingua inglese di Ariel Escalante, basato su una sceneggiatura originale di Jay Holmes, è ambientato nel duro West americano di fine Ottocento
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