Una nuova visione del mercato, riservato alle opere in progress, una sala da 450 posti che sorgerà sul “buco”, un’attenzione speciale al cinema italiano anche fuori dagli spazi tradizionali della selezione: queste in sintesi le novità approvate dal Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, per la 73ma Mostra (31 agosto-10 settembre), diretta ancora una volta da Alberto Barbera.
Nasce il Venice Production Bridge dedicato alla presentazione e allo scambio di progetti inediti di film e work in progress, per favorire il loro sviluppo e la loro realizzazione. Nel nuovo contenitore sarà messa a frutto del Venice Market e dell’esperienza di Biennale College, innovativo workshop per lo sviluppo e la produzione di lungometraggi a basso costo, che in un quadriennio ha portato alla realizzazione di 13 film. Il Venice Production Bridge sarà attento a una delle principali novità che caratterizzano la produzione contemporanea, ovvero la coesistenza, favorita dalla rivoluzione digitale, di piattaforme diverse: la serialità televisiva, le micro-serie che guardano al web e, soprattutto, la nuova frontiera rappresentata dalla VR/Virtual Reality (realtà virtuale) verso la quale si stanno indirizzando i maggiori investimenti e le ricerche tecnologiche più avanzate. Presenterà circa 40 progetti allo stadio finale di sviluppo e finanziamento. La struttura operativa farà capo a due figure di coordinamento, Pascal Diot e Savina Neirotti. Si terrà all’Hotel Excelsior dall’1 al 5 settembre.
Confermata la sezione Cinema nel Giardino, non competitiva, che prevede una selezione di opere, anche di diverso genere e durata, che potranno essere precedute o accompagnate da incontri e approfondimenti con autori, interpreti e personalità del mondo dell’arte e della cultura. Sono ammessi alla selezione solo film presentati in prima mondiale alla Mostra. L’occasione della chiusura del famoso “buco” da parte del Comune di Venezia con un piazzale fruibile, sarà colta prevedendo in questo nuovo spazio all’aperto una struttura, tecnologicamente avanzata e moderna, per una sala da 450 posti adatta a ospitare presentazioni in anteprima mondiale di film con autori, che possano incontrare il pubblico prima o dopo la proiezione. Qui la novità sarà il ‘focus’ dedicato al cinema italiano; a quei film che, come una ‘saldatura’, sanno unire qualità, aspettative del pubblico e critica. E a titolo di esempio, nel corso della presentazione del nuovo regolamento, è stato citato Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. L’idea – hanno sintetizzato Barbera e Baratta – è di offrire al cinema italiano “uno spazio un po’ più ampio”, un modo per mostrare “che non abbiamo alcun pregiudizio su un film che guarda al pubblico se è di qualità” dice Barbera, sottolineando che oggi in Italia si producono troppi film “ed è una scelta strategica sbagliata”. Quello di cui ha bisogno il cinema italiano, poi, “è una mano per la promozione internazionale” e la Biennale è pronta. Nessun cambio di registro o criterio comunque per quanto riguarda la selezione per le sezioni a concorso: italiano o straniero non si fa distinzione.
Per il Concorso Venezia 73, il Gran Premio della Giuria (Leone d’argento) diventa il secondo premio più importante dopo il Leone d’oro per il miglior film. Per la sezione Orizzonti viene introdotto un nuovo riconoscimento, il Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, mentre viene fissato in un massimo di 7 il numero dei componenti della Giuria internazionale (in precedenza erano obbligatoriamente 7). Viene fissato in un massimo di 5 il numero dei componenti della Giuria del Premio “Luigi De Laurentiis” Opera Prima (in precedenza erano obbligatoriamente 5).
Novità anche tra gli esperti e corrispondenti per il lavoro di selezione. Esperti sono Giulia d’Agnolo Vallan, Bruno Fornara, Mauro Gervasini, Oscar Iarussi, Angela Prudenzi, Emanuele Rauco e Marina Sanna. Corrispondenti dal mondo sono Giulia d’Agnolo Vallan (Usa, Canada), Mohammad Atebbai (Iran), Violeta Bava (America Latina), Paolo Bertolin (Turchia, Oceania e Sud Est asiatico), Elena Pollacchi (Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e Paesi scandinavi), Peter Shepotinnik (Russia ed ex Repubbliche sovietiche), Alessandra Speciale (Africa e Paesi arabi).
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"