Astenersi storici delle religioni, grecisti e professori di letteratura classica con la puzza sotto al naso. Non potrebbero che rabbrividire di fronte alla ricostruzione dozzinale e fracassona, in puro stile hollywoodiano, del mito di Perseo, così come i critici più esigenti lamenterebbero una sceneggiatura che lascia parecchio a desiderare in termini di coerenza narrativa e logica del racconto. Apprezzeranno invece i “fantacinefili”, che con l’originale e quasi omonimo Scontro di Titani dell’81 ci hanno trascorso interi pomeriggi della loro infanzia.
Il remake Scontro tra Titani, in uscita il 16 aprile con Warner, ne è la riproduzione perfetta, aggiornata al 2010.
Anche allora, la trama non era che un pretesto rabberciato alla bene e meglio per mettere in mostra i sensazionali effetti speciali “a passo uno”, totalmente artigianali, del maestro Ray Harryhausen.
Oggi ci sono una più fredda computer graphic e l’immancabile 3D, peraltro abbastanza trascurabile.
Ma l’impianto narrativo è piuttosto fedele al modello primigenio: presente il protagonista Perseo (interpretato dal divo del momento, il Sam Worthington di Avatar e Terminator Salvation), presenti gli dèi dal look scintillante (Zeus ha volto e voce di Liam Neeson, Ralph Fiennes è il malvagio Ade) sempre intenti a bisticciare in un Olimpo pieno di brillantini che fa tanto discoteca anni ’70. Presente la bella principessa (anzi due: l’Andromeda di Alexa Davalos e la Io di Gemma Arterton) così come le creature fantastiche e i mostri minacciosi del predecessore: il cavallo alato Pegaso, gli scorpioni formato mammuth, il gigante cannibale Calibos, le ripugnanti Parche, la letale gorgone Medusa. Non ultimo, il mostro marino Kraken, che a voler essere precisi apparterrebbe “un tantino” alla mitologia nordica, e che dunque c’entra – oggi come allora – come i cavoli a merenda. Ma tant’è.
L’unica grossa libertà che si è preso l’onesto mestierante Luis Leterrier – già regista un paio d’anni fa del più che dignitoso L’Incredibile Hulk – è stata quella di eliminare l’improbabile civetta meccanica Bubo, protagonista però di un divertente omaggio/cameo.
Come blockbuster “spegnicervello”, il film funziona tantissimo, tanto che in patria ha incassato, in un paio di settimane di programmazione, oltre 110 milioni di dollari.
Resta da vedere se in Italia, dove siamo più formati sugli studi classici e quindi più sensibili al loro totale tradimento, sarà in grado di fare altrettanto.
Fa riflettere, a tal proposito, il flop al botteghino italico del pur divertente Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, che di Scontro tra Titani è considerato il diretto rivale. Ma la Warner, a ragione visti gli incassi in USA, non si preoccupa troppo di tali sottigliezze, e sta già preparando una nuova versione cinematografica dell’Odissea, incentrata sul ritorno di Ulisse a Itaca e sulla sua battaglia contro i Proci.
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