TORINO – Tutti in fila sotto la pioggia davanti al cinema Massimo per il ritorno di Palombella rossa e di Nanni Moretti. “Facciamo acqua da tutte le parti, tra il diluvio, la piscina di questo film e La nave delle donne maledette di Matarazzo, l’altro restauro che presentiamo oggi”, scherza Sergio Toffetti in rappresentanza della Cineteca Nazionale, che ha voluto questo restauro in 4K curato personalmente da Nanni e dal direttore della fotografia Beppe Lanci che si è occupato della color correction. Per le immagini di repertorio presenti nel film sono stati recuperati i Super8 originali conservati da Moretti.
Laconico, ma molto applaudito, l’ex direttore del Torino Film Festival è intervenuto brevemente prima della proiezione. “Palombella rossa è un film uscito 27 anni fa. E’ stato il più faticoso che ho girato, perché contemporaneamente dovevo giocare a pallanuoto, recitare spesso urlando, dirigere dei pallanuotisti che non erano attori e centinaia di comparse, in più abbiamo girato molto di notte con turni dalle 6 del pomeriggio alle 5 del mattino”. Qualche accenno anche al significato di questo film del 1989 considerato da tutti profetico rispetto alla politica italiana e pieno di battute passate alla storia non solo del cinema ma del costume: “Come parla? Le parole sono importanti”, “Siamo diversi ma uguali”, “Le merendine di quand’ero bambino non torneranno più”…
“Nella seconda metà degli anni ’80 – spiega Moretti – mi sembrava ci fosse un ritorno di accademismo nel cinema italiano, si scrivevano benino storie che erano state raccontate molto meglio anni prima. Qui, come in Caro diario e Aprile, ho cercato quindi di raccontare con molta libertà. Non fare l’ennesimo film realistico sulla crisi politica ed esistenziale. Ma parlare di un personaggio che non ricorda più chi è, un problema che il PCI e tutto il paese aveva rispetto alla memoria e al passato. La memoria in Michele ritorna a schegge durante il film”.
Tremila spettatori in più per questa edizione, che si aggiungono ai 75mila della precedente edizione e indicano che il Torino Film Festival è una realtà consolidata per tutti gli amanti del cinema
Il premio al miglior film del concorso va all'opera prima cinese The Donor di Qiwu Zang, miglior attrice a Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, miglior attore a Nicolas Duran per Jesus di Fernando Guzzoni. Miglior film per Italiana.doc è Saro di Enrico Maria Artale, Premio Speciale della giuria a Moo Yadi Filippo Ticozzi
"Si chiude un'edizione del Tff di grande qualità e successo di pubblico, con un aumento di copertura dei media anche internazionali che testimonia come il festival, ancora oggi particolare e coerente con le sue origini, sia amato e seguito da chi si occupa di cinema nel mondo". Lo ha detto il direttore del Museo del Cinema di Torino, Alberto Barbera
Il regista di Z L'orgia del potere e di Missing ha ricevuto a Torino il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera salutato da un videomessaggio di Riccardo Scamarcio. In questa intervista parla di cinema e di impegno civile, di Fidel Castro e di Donald Trump, dell'Europa e dei rischi che corre ancora oggi la democrazia. E denuncia: "Netflix quando produce pretende il final cut e fa quello che vuole del film"