È una storia d’amore e coinvolge tre persone. Due uomini e una donna. Il cuore pulsante del racconto è una relazione proibita e le convenzioni sociali di un tempo. My Policeman, su Prime Video da novembre, è basato sul romanzo di Bethan Roberts ed è un film a tematica Lgbtq+. Se dai commenti social gli spettatori in maggioranza si dicono conquistati e affascinati, le reazioni della critica non sono altrettanto calde.
Alla regia di My Policeman c’è Michael Grandage, che ha debuttato dietro la macchina da presa nel 2016 con Genius. Il suo nuovo film, ambientato su un lungo e cupo litorale inglese, intreccia eventi avvenuti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘90. Gli attori Harry Styles, Emma Corrin e David Dawson sono i protagonisti del passato, mentre i rispettivi interpreti nel presente sono Linus Roache, Gina McKee e Rupert Everett. I personaggi sono il poliziotto Tom, l’insegnante Marion e il curatore di un museo Patrick. Se gli anni ‘50 sono stati per loro gli anni prima del desiderio e dopo del rimpianto, gli anni ‘90 – anche se decadenti – rappresentano un’ultima possibilità per riparare i danni commessi o subiti.
Libertà e perdono sono due elementi fondamentali di My Policeman. Tom e Patrick si incontrano per caso, si innamorano e vivono di nascosto la loro passione non accettata dalla società. Tom però ha paura e al tempo stesso vuole una vita “normale” quindi decide di sposarsi con Marion, a cui è molto legato, pur non interrompendo la sua relazione con Patrick. Dopo un viaggio di lavoro a Venezia, la vita dei due viene stravolta: una denuncia anonima rivela l’omosessualità di Patrick che per questo viene condannato a due anni di carcere. Questo è in breve quello che avviene negli anni ‘50, mentre negli anni ‘90 a riunire la coppia di uomini è proprio Marion che sceglie di ospitare nella loro casa Patrick ormai anziano e molto malato a causa di un ictus.
Quella proposta in My Policeman è una storia che arriva dal reale. Lo sceneggiatore Ron Nyswaner ha infatti adattato il romanzo di Bethan Roberts che a sua volta si è ispirato al famoso ménage tra il romanziere EM Forster, l’amante Bob Buckingham e la moglie di Bob, May.
Il film, non diviso tra un prima e un dopo ma con un continuo avanti e indietro nel tempo, ha una qualità ed emotività maggiore nel passato mentre nel presente si perde un po’. Il passato ci mostra un’epoca in cui la discrezione era fondamentale, in cui la famiglia tradizionale era vista come una virtù e una necessità, un’epoca in cui chiunque indossava la maschera dell’ipocrisia. Il presente invece è silenzioso, vissuto da personaggi stanchi e disillusi, persone che hanno vissuto nell’infelicità e che hanno poco tempo per chiudere il cerchio della vita con dignità verso loro stessi e verso chi amano.
My Policeman poteva essere un manifesto Lgbtq+ e poteva creare una bella e costruttiva discussione e invece il pubblico è diviso tra fan di Harry Styles in estasi e senza remore e giornalisti, per lo più anglosassoni, che scrivono di mancanza di passionalità e superficialità.
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