Museo del cinema di Torino: bagarre politica sulla nomina

I 5 stelle bloccano la nomina del successore di Alberto Barbera alla guida del Museo Nazionale del Cinema di Torino. E l'assessora Parigi propone di azzerare tutto


“Il Comitato di Gestione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, per sopravvenuta mancanza del numero legale, non ha potuto deliberare circa la nomina del direttore. Il presidente Paolo Damilano provvederà a convocare senza indugio una nuova riunione del Comitato di Gestione per le opportune deliberazioni”. Così si legge nel comunicato diramato oggi dal Museo del Cinema di Torino a proposito della nomina del successore di Alberto Barbera. In realtà bloccata da una vera e propria bagarre politica.

“Proponiamo di azzerare tutto e fare un nuovo bando, chiedendo una ulteriore proroga ad Alberto Barbera”. E’ questa la proposta dell’assessora alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi, per superare l’impasse sulla nomina del nuovo direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il consiglio direttivo, che ieri sera avrebbe dovuto annunciare il nuovo nome, si è concluso con un nulla di fatto per i contrasti tra la Regione Piemonte e l’amministrazione pentastellata del Comune di Torino sul nome di Alessandro Bianchi, che ha poi ritirato la propria candidatura.”Dai 5S ho sentito molto parlare di correttezza istituzionale, ma in questo caso non c’è stato da parte loro alcuna correttezza – aggiunge la Parigi -. Questi sono metodi da vecchia politica, crediamo di aver fatto un grande lavoro in questa città sul fronte della cultura. Per proseguire su questa strada occorrono professionalità all’altezza; non siamo disponibili a buttare via quanto è stato costruito e a fare scelte di ripiego”. “La giunta Chiamparino non ha mai applicato lo spoil system – sottolinea ancora l’assessora Parigi -. Abbiamo sempre riconfermato tutti coloro che avevano capacità professionali. I candidati vanno valutati al di là delle loro idee politiche – aggiunge a proposito del no pentastellato a Bianchi perché considerato organico al Pd -; è un traguardo di civiltà che tutti dovrebbero condividere”. In Aula il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, è stato costretto a richiamare più volte i consiglieri pentastellati che polemizzavano con l’assessora cercando di interromperne le comunicazioni sul tema che chiesto dal Pd. “Alessandro Bianchi, che fra l’altro era stato scelto come segretario generale del Maxxi di Roma dall’allora ministro forzista Sandro Bondi, non è mai stato il candidato della Regione – precisa ancora la Parigi – ma il candidato del comitato di gestione del museo”. 

“Non riferirò mai il contenuto di colloqui riservati, ma posso fornire la memoria scritta dalla quale risulta che il criterio per dire no al candidato scelto attraverso il bando è stato quello dell’appartenenza politica”. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, è intervenuto così in Consiglio regionale sulla querelle della nomina del nuovo direttore del Museo del Cinema di Torino. “Era stato scelto di fare un bando – aggiunge – o si accetta quel che questo percorso produce, vedi la vicenda Artissima, oppure si fa un altro bando”. Chiamparino respinge le accuse di lottizzazione giunte nelle scorse ore dall’amministrazione pentastellata del Comune di Torino. “Il sistema basato sulla lottizzazione partitica l’ho conosciuto in un’altra epoca – dice al riguardo – e ritengo di essermelo lasciato alle spalle”. E per il presidente della Regione Piemonte: “La mancata nomina costituisce un episodio grave, che pregiudica il lavoro futuro di un’importante istituzione culturale di Torino”. 

Concordiamo con la Regione che sia opportuno a questo punto annullare tutta la procedura e avviarne una nuova condivisa – ha replicato però l’assessora alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon – Non abbiamo avanzato dei nomi, ma un metodo che speravamo potesse essere condiviso – prosegue Leon – a nostro giudizio occorre disgiungere la funzione di direttore amministrativo da quella di direttore artistico scientifico. Nei primi cinque nomi selezionati era presente un dipendente della fondazione, mentre Bianchi è stato solo successivamente ripescato tra quelli esclusi”. “Individuare un direttore amministrativo interno al più presto lascerebbe tempo e risorse per cercare anche a livello internazionale una personalità in grado di rilanciare il museo e i suoi festival”.

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13 Dicembre 2016

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