“Non ci sono le condizioni. Ritiro la mia candidatura. Anche se si dovessero ricomporre le divergenze nel consiglio, se si dovesse forzare sulla mia nomina, non ci sarebbe la serenità per lavorare”. Questa la dichiarazione di Alessandro Bianchi rilasciata ai giornali. 40 anni, segretario generale della Fondazione Re Rebaudengo dal 2002 al 2009 e poi segretario generale del Maxxi di Roma dal 2009 al 2012. Ha seguito i progetti speciali su relazioni internazionali e progetti per il Cinema sempre per il Maxxi. Nel frattempo ha iniziato a collaborare per la Fondazione per la Cultura nella ricerca di sponsor e con il Teatro Regio. Era stato selezionato come prima scelta tra i candidati al ruolo di direttore del Museo del Cinema di Torino, ma sul suo nome è arrivato lo stop del Comune: “Troppo vicino al Pd”.
“Non voglio essere tirato per la giacchetta – dichiara Bianchi a La Repubblica – Ho risposto a un bando, non ho chiesto nulla a nessuno, ho fatto la selezione attraverso la società esterna, la Praxi, prendo atto del veto che si è concentrato sul mio nome”. E sulle accuse di essere organico al Pd. “Ho la mia storia professionale, il mio curriculum. Non credo di dover qualche cosa alla politica e al Pd. Quando sono stato nominato al Maxxi il ministro alla Cultura era Sandro Bondi. Su 88 candidati sono stato selezionato da una società terza e valutato da un Consiglio direttivo. Se il Comune e l’assessore alla Cultura Leon non sono d’accordo prendo atto del veto”.
Nel frattempo dal consiglio direttivo del Museo del Cinema si sono dimessi lo psichiatra Massimo Sordella presente in quota Gtt, e Monica Cacciapuoti, rappresentante della Fondazione Crt. I tempi per la scelta, con un cda per buona parte da rinominare, si allungheranno fatalmente. E intanto il 31 dicembre scade la terza proroga del mandato di Alberto Barbera che si dedicherà esclusivamente alla Mostra del Cinema di Venezia.
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