“Ho raccontato prostitute guerriere e non vittime e forse questo ha dato fastidio”, così all’Ansa il regista marocchino Nabil Ayouch ha sottolineato uno dei motivi che ha reso un lungometraggio scandalo Much Loved, film passato a Cannes 2015 nella Quinzaine e da oggi in sala con Cinema di Valerio De Paolis in 50 copie.
Un film proibito in Marocco e che ha richiesto una scorta per lui e le sue attrici – Loubna Abidar è l’unica professionista – che hanno vestito i panni di quattro prostitute alle prese con clienti ricchi e viziati (molti ricchi sauditi e qualche europeo).
“Ora per quanto riguarda le minacce va meglio. Ad averci attaccato è stata un’associazione privata accusandoci di pornografia – dice il regista – Da qui, dopo l’uscita in Europa del film, è nata una campagna di odio e di violenza che non potevo neppure immaginare. E va detto che il film non è mai stato visto in Marocco”.
Chi sono le prostitute? “Donne coraggiose che subiscono tante umiliazioni, ma alla fine resistono. Persone che, come accade in Marocco, sono prive di un protettore e che danno tutto alla famiglia, l’unica entità che dà ancora loro amore”.
Che cosa mostrano le prostitute da dare tanto fastidio? “Quello che fa paura è la loro indipendenza. Lì c’è tutta la loro forza e potere. E questo in una società fondamentalmente molto matriarcale – conclude Nabil Ayouch – In loro anche una grande solidarietà e resistenza e, infine, un rapporto forte con la famiglia per il loro grande e sterminato bisogno di amore”.
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