Al Museo di Roma in Trastevere, dal 23 gennaio all’8 marzo, la mostra Pais del cinema, curata da Guido Gambetta e Salvatore Mirabella, che racconta il cinema e la società italiana degli anni ’60 attraverso le immagini del fotoreporter e fotografo Rodrigo Pais (1930-2007). In esposizione i film fotografati, molti tra i quali hanno lasciato un’indelebile traccia nella storia del nostro cinema, come Il sorpasso di Dino Risi, La ragazza di Bube di Luigi Comencini, La noia di Damiano Damiani, L’eclisse di Michelangelo Antonioni, Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini. Immagini che mostrano ciak, momenti di riposo, truccatori al lavoro, parenti dei protagonisti, spettatori curiosi.
Insieme ai film, in mostra anche i fatti di cronaca che li hanno ispirati come Scusi lei è favorevole o contrario?, Il giovedì e Menage all’italiana sull’argomento divorzio; Il sicario e A… come assassino sul famoso processo penale Ghiani – Fenaroli che appassionò l’opinione pubblica dell’epoca; Il boom sul grande tema del miracolo economico a cavallo tra anni ’50 e ’60.
Altre sezioni della mostra sono dedicate all’attrice Virna Lisi, a Cinema e Letteratura, con testimonianze sul “Premio Strega” e sui problemi tra film e censura, e ai ritratti di attrici, attori e registi. Completa la mostra una scelta di locandine, fotobuste e manifesti originali dei film presentati.
Rodrigo Pais nacque a Roma il 28 settembre 1930. Iniziò fin da giovanissimo a fare i lavori più disparati: sciuscià, cappellaio, garzone di barbiere. Nel 1946 iniziò a lavorare come stampatore nel laboratorio fotografico Binazzi e Lombardini. Dopo anni di gavetta, la passione per la fotografia e la politica lo portarono nel 1950 a diventare fotoreporter per il settimanale ‘Vie Nuove’. Dal 1954 iniziò la collaborazione come fotoreporter di primo piano con ‘l’Unità’ (per cui lavorò dal giugno 1977 al febbraio 1983) e ‘Paese sera’. Il suo lavoro è anche legato alla storia del Partito comunista italiano che ha seguito nei suoi congressi e nelle grandi manifestazioni di piazza. In questo ambito spiccano i due servizi sui funerali di Palmiro Togliatti e di Enrico Berlinguer e la famosa fotografia del 1983 di Berlinguer in braccio a Roberto Benigni pubblicata da Einaudi negli Annali 20 della Storia d’Italia.
Collaborò anche con altri quotidiani fra i quali il Corriere della Sera, il Corriere d’informazione e La Stampa. Con Giorgio Sartarelli fondò l’Agenzia Pais e Sartarelli che fino al 1972, anno dello scioglimento, è stata una delle più note e apprezzate sia in Italia che all’estero. La sua attività professionale di fotoreporter durò più di cinquant’anni e si concluse nel 1998. Morì a Roma il 9 marzo 2007. Fotografo fra i migliori del dopoguerra, ci ha lasciato un archivio di quasi 400mila fotografie fra stampe e negativi in bianco e nero e a colori che lui stesso ha catalogato secondo il doppio criterio cronologico e per argomenti.
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