Moretti politico, ma non è Michael Moore


Il CaimanoLe sorprese nel nuovo film di Nanni Moretti sono tante e avvincenti. I film nel film (almeno tre, di cui uno spassosissimo con Virzì nei panni di un maoista nell’atto di celebrare un matrimonio tra “compagni”). Le autoironiche apparizioni di vari amici-registi (Virzì appunto e poi Paolo Sorrentino, Carlo Mazzacurati, Antonello Grimaldi, Matteo Garrone, Renato De Maria). Gli alter ego di Silvio Berlusconi, addirittura tre. Le apparizioni del vero premier in immagini di repertorio viste in tv.
Il Caimano, dunque, è decisamente un film su Silvio Berlusconi ma non è un Michael Moore all’italiana e neppure un “girotondo” su pellicola. Moretti, insieme agli sceneggiatori Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, ha lavorato su un meccanismo alla Otto e mezzo, in un rimando continuo tra pubblico e privato, autobiografia e riflessione sul cinema e la società nel suo complesso. E si è ritagliato due brevi apparizioni che lasciano il segno: è un attore che rifiuta il ruolo di Berlusconi ma che alla fine accetta di apparire nei panni del premier e ne sposa la filosofia (sulla falsariga del Portaborse). Condannano a sette anni di reclusione, è pronto a vendere cara la pelle. “Questa è una sentenza di regime e mi aspetto qualsiasi reazione dagli italiani”, dichiara. Mentre la folla si scaglia con violenza contro il magistrato Stefano Rulli quasi in un’ipotesi di guerra civile.
Il CaimanoMoretti, come sapete, non ha voluto incontrare i giornalisti che stamattina hanno finalmente visto il film (a lungo tenuto segreto) in due proiezioni (a Roma e Milano) affollate di rappresentanti della stampa estera e direttori di giornali. Si concederà alle telecamere di Fabio Fazio sabato (“Che tempo che fa” su Raitre) e ha in agenda un paio di incontri col pubblico. Ma intanto cresce l’attesa per l’uscita di uno dei film italiani più attesi dell’anno, che al 99% sarà in concorso al Festival di Cannes (l’ex corrispondente di Le Monde, Danièle Heymann, lo definisce “magnifico” e giura che “sulla Croisette sarà un trionfo”).

Il Caimano fa discutere e divide. Le perplessità che desta sono soprattutto politiche. Tuttavia la politica è solo una delle tante facce di una trama complessa e intricatissima.
Silvio Orlando è un produttore caduto in disgrazia dopo aver realizzato b movie come “Cataratte”, “Mocassini assassini” e “Violenza a Cosenza”: ora un critico di tendenza (Tatti Sanguineti) cerca di rivalutarlo mentre lui vorrebbe trovare in Rai finanziamenti per un Cristoforo Colombo diretto dall’anziano maestro Giuliano Montaldo. Intanto la sua vita privata va a rotoli: la moglie (ex attrice dei suoi trash movie nel ruolo di Aidra la vendicatrice) Margherita Buy è decisa a separarsi mentre lui è legatissimo e lei e ai loro due bambini e dà in escandescenze. È a questo punto che fa irruzione nella storia la giovane aspirante regista Jasmine Trinca (che sta insieme a Cecilia Dazzi e ha “avuto” con lei una bambina con l’inseminazione artificiale) con una sceneggiatura su Silvio Berlusconi. Il produttore la legge e davanti ai suoi occhi si materializzano le tappe dell’ascesa del futuro premier (Elio De Capitani: una somiglianza impressionante con il vero Berlusconi) in una sorta di Quarto potere in sedicesimo. Si cerca di mettere in piedi il progetto con un coproduttore polacco (Jerzy Stuhr) e con il capriccioso divo erotomane Michele Placido, che mollerà il progetto all’improvviso. Lasciando la palla al Nanni attore.
Insomma, se su Berlusconi, come dice Moretti nel film, si sa tutto e non c’è da convincere nessuno che non sia già convinto, Il Caimano è anche una satira dell’Italietta contemporanea che all’estero non capiscono: “perché siamo un popolo – sintetizza il Moretti attore – a metà strada tra orrore e folclore”. Ed è soprattutto una summa della poetica di un cineasta sempre capace di scaldare gli animi. Così, mentre riprende il discorso lasciato in sospeso cinque anni fa con La stanza del figlio sul difficile mestiere di padre, non ci lesina le tipiche nevrosi morettiane (ereditate dal suo alter ego, il bravissimo Orlando), il tormentato rapporto con le donne, la visione beffarda e autoreferenziale del cinema, le canzoni urlate in macchina, le invettive improvvise e incontenibili. Puro Moretti da domani in 380 copie.

autore
23 Marzo 2006

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