Ce n’è per tutti i gusti al Festival Internazionale del Cinema Religioso che si tiene a Salemi, in provincia di Trapani, dal 29 settembre al 6 ottobre.
L’ha inventato Vittorio Sgarbi, che di Salemi è il sindaco.
Ci sono i grandi autori: Gregoretti, Bellocchio – che sono ospiti – e un omaggio al recentemente scomparso Luciano Emmer, che per Sgarbi è, secondo una sua stessa dichiarazione “ciò che è stato Bongiorno per Fiorello.”
Ma c’è anche “ciccia” per stomaci forti, dato che il Premio alla Carriera è dedicato a Gualtiero Jacopetti, regista “scomodo” (di destra? Lui preferisce definirsi “liberale”) che negli anni ’70 diede origine al filone dei violentissimi “mondo movies” con Mondo Cane e Africa Addio, recentemente editi in dvd da Medusa: documentari che filmavano usanze truci del Terzo Mondo – non senza qualche ritocco scenografico, leggasi effetti speciali, secondo le male lingue – per sottolineare la violenza di colonizzatori e colonizzati con chiaro gusto sensazionalistico. I benpensanti storcevano il naso, ma gli incassi salivano alle stelle.
C’è pure una mini polemica in atto: il documentario su Jacopetti firmato da Andrea Bettinetti, L’importanza di essere scomodo, è stato rifiutato sia a Venezia che a Roma.
Ma, assicura Piera Detassis, che dirige il festival di Roma e Ciak, mensile che con la kermesse di Salemi è gemellato, la politica non c’entra nulla.
“Il docu su Jacopetti l’abbiamo visto dopo la fine della Mostra di Venezia – dichiara Detassis – Troppo tardi per inserirlo nel nostro programma. E poi Sgarbi se l’era già accaparrato.” Roma “rimedierà” con un evento post-festival dedicato a Jacopetti e la proiezione di un suo inedito: Operazione ricchezza.
E per chi trova le “efferatezze” del mondo selvaggio jacopettiano troppo didascaliche, non c’è problema. Direttamente dalla giungla televisiva moderna, nonché da Videocracy di Erik Gandini che la critica aspramente, ecco arrivare Lele Mora, ex manager di vip e starlette con più di una grana giudiziaria sul groppone.
C’è poi una miccia pronta a esplodere: il cortometraggio Fitna, del deputato olandese (e regista) Geert Wilders, giudicato dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon “razzista e islamo-fobico.”
Ma tra gli ospiti ci sono anche Padre Virgilio Fantuzzi, amico di Pasolini, il David di Donatello 2008 Barbara Cupisti, Gregorio Napoli e il Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo Dario E. Viganò, che curerà la presentazione alla proiezione del film Prima della Pioggia di Milcho Manchevski, raffinato Leone d’Oro nel 1994.
La rassegna pure è piuttosto variegata: da La settima stanza di Marta Mészaros, biografia di Edith Stein, al lungometraggio animato Persepolis, sulla condizione della donna in Iran. Da Il vangelo secondo Matteo di Pasolini a L’ora di religione di Marco Bellocchio, passando per La Banda di Eran Kolirin.
Da Venezia, oltre a Videocracy, arriva il lungometraggio Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago, sul grande missionario, matematico e cartografo maceratese che segnò la ripresa del cattolicesimo in Cina.
Non proprio tutto sembra avere a che fare col “religioso” -forse la direzione artistica del poco più che ventenne Nicolas Ballario deve ancora trovare la sua identità – e il quotidiano ‘Avvenire’ critica: “Salemi punta sul cinema religioso, ma mescola Edith Stein e Lele Mora”.
Ma il titolo, “Visioni”, rimanda proprio a questa mescolanza. “L’idea – ha detto Sgarbi – è fare di Salemi il punto d’incontro e di confronto tra le grandi religioni monoteiste – la cristiana, l’islamica e l’ebraica – attraverso il dibattito che sorge spontaneamente dopo la visione di un film.” Sgarbi, insomma, un po’ missionario, come Matteo Ricci.
Se riuscirà in questa impresa, potrà dirlo solo il tempo, ma intanto certamente si parla di Salemi, tra mostre d’arte e inviti illustri, come quello rivolto a luglio a Dario Fo dopo che il vescovo di Assisi aveva “rifiutato” il suo spettacolo Giotto o non Giotto?
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