Non si placano le polemiche legate alla complicata giornata di Bill Murray alla Festa del Cinema di Roma. L’attore, dopo aver dato forfait all’incontro con i giornalisti, aveva chiesto di non avere la traduzione simultanea, rendendo sicuramente più complicato l’incontro con il pubblico, che potrebbe aver avuto qualche difficoltà a cogliere tutte le sfumature dello scambio di battute tra l’attore e il suo amico e regista Wes Anderson.“Il pubblico al 99% ha apprezzato”, garantisce Antonio Monda ai giornalisti che hanno chiesto chiarimenti sulla questione durante la conferenza stampa di chiusura della Festa. “Quando si invita un personaggio come lui bisogna stare al suo gioco. Sembrava un film di Wes Anderson, e credo che l’incontro sia riuscito anche per tutto quello che è successo. L’ho volutamente lasciato parlare solo in inglese, perché ritengo facesse parte dello spettacolo, imporre la traduzione avrebbe significato ammazzare Bill Murray e il suo spirito. Anche quando ha detto ‘Noi aggressivi americani siamo fatti così’, era chiaro che scherzasse”. Ma la risposta non pare convincere del tutto la stampa che torna sull’argomento, e a quel punto Monda rivela di stare valutando per il futuro, nell’eventualità che una cosa del genere si ripeta, la tecnica del respeaking vista in altri Festival, che sfrutta il riconoscimento del parlato per produrre testi in tempo reale.
L’attore americano è stato protagonista anche di uno dei curiosi retroscena raccontati dal direttore: “Fino a due giorni prima della consegna del premio, Bill Murray era letteralmente scomparso. Non rispondeva al telefono, eravamo davvero sulle spine. Abbiamo scoperto solo all’ultimo che sarebbe arrivato dalla Francia in una specie di pullman con la sua famiglia e gli amici”.
Tra le altre indiscrezioni, un’avventura particolare con Martin Scorsese: “La mattina della proiezione di The Irishman, Scorsese mi aveva chiesto di poter fare una visita privata in Vaticano. Arrivati lì ci hanno annunciato che il Papa voleva, a sorpresa, incontrare personalmente il regista e così, ci siamo ritrovati tutti da lui, vestiti in maniera del tutto inadeguata. Tra le varie cose, il Papa ha chiesto a Scorsese di cosa parlasse il suo film, e lui ha risposto che era un film sul rimorso, e credo sia il modo migliore di definirlo”.
Come di consueto sono stati diffusi i dati dell’edizione 2019, tutti in crescita rispetto allo scorso anno: 10% in più biglietti venduti, +13% gli accrediti, +11% di ingressi del pubblico agli eventi gratuiti, +18% di incassi biglietteria. Anche la copertura stampa ha registrato un incremento: +23% di articoli sui quotidiani e +45% di articoli web, oltre a un traffico sul sito aumentato dell’86%. “Sono entusiasta di com’è andata – conferma Monda – Al di là di una qualità e varietà nella proposta, i numeri sono tutti positivi, l’incremento di pubblico è costante negli ultimi cinque anni. Ma l’entusiasmo non è solo per i dati numerici, ma anche per gli ospiti avuti. Ogni sera almeno un grande personaggio è salito sul palcoscenico a condividere l’importanza del cinema nella sua vita”.
Aggiustamenti in vista per la prossima edizione? “Bisogna cercare di trovare un meccanismo migliore per le anticipate stampa. Ci sono stati effettivamente alcuni giorni in cui gli accavallamenti erano più pesanti. Ci impegneremo a cercare di risolvere tutti i disagi, lavorando non tanto sulle anticipate stampa ma magari introducendo ulteriori repliche per gli accreditati”, conclude il presiedente di Fondazione Cinema per Roma Laura della Colli.
Parola al premio Oscar Ron Howard, regista di Pavarotti, documentario biografico in Selezione Ufficiale alla Festa di Roma 2019, stasera in prima serata su Rai Uno: materiale familiare inedito, interviste originali, tra cui a Nicoletta Mantovani, alle tre figlie e alla prima moglie, e a Bono Vox, un racconto franco e celebrativo, intimo e pubblico
Bilancio positivo per il festival dedicato ai ragazzi, che ha registrato un incremento del 29% alle biglietterie, 6000 biglietti in più rispetto al 2018. "Nel tempo siamo riusciti a costruire un rapporto diretto e autentico con tutto il pubblico, partendo dalle scuole, fino ad arrivare agli accreditati e alla critica". Così dichiarano i direttori Fabia Bettini e Gianluca Giannelli
Il premio è stato consegnato ai due registi belgi durante la 17ma edizione di Alice nella Città da Angela Prudenzi, Francesca Rettondini e Cristina Scognamillo
CECCHI GORI - Una Famiglia Italiana: dopo la mostra fotografica, la Festa ospita il documentario, per la regia a quattro mani di Simone Isola e Marco Spagnoli, prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle Re, che ha curato la realizzazione dell’intero progetto dedicato alla dinastia che ha fatto grande parte del cinema italiano