Missioni impossibili e successi inarrestabili

Tom Cruise è arrivato in città. Oggi a Roma si presenta Mission Impossible – Dead Reckoning: Parte uno, settimo film della fruttuosa saga, diretto da Christopher McQuarrie


Tom Cruise è arrivato in città. Oggi a Roma si presenta Mission Impossible – Dead Reckoning: Parte uno, settimo film della fruttuosa saga, diretto da Christopher McQuarrie.

Cruise le cose le sa fare solo in grande, e anche stavolta non fa eccezione: farà tappa a partire dalle 16.00 in piazza di Spagna, poi in piazza Mignanelli e sulla Scalinata della Trinità dei Monti con la partecipazione di ospiti e stampa. Insomma, un mini tour nella capitale, per metterla simbolicamente “a ferro e fuoco”, lasciando traccia del suo passaggio in modo che nessuno dimentichi che il film è in arrivo il 28 giugno con Eagle Pictures.

E al termine, tutti gli invitati – non tantissimi. E’ un evento ristretto –all’Auditorium della Conciliazione per la proiezione del film in anteprima mondiale. Dalle 22, sulla Terrazza Caffarelli, l’evento “After Party”.

Ovviamente, questo ha influito sulla viabilità romana.

Dalle 14.00 di oggi – informa Roma Mobilità – in piazza di Spagna sarà costituita un’area di rispetto nelle zone interessate, che saranno chiuse a vista anche ai pedoni, saranno modificate le corse degli autobus e dovranno essere rimossi tutti i veicoli da via della Conciliazione per tempo. La lavorazione del film non è stata meno travagliata: le riprese hanno subito ritardi e rinvii a causa della pandemia, dovevano partire a febbraio 2020 ma sono state spostate a settembre dello stesso anno per poi fermarsi quasi subito e terminare, infine, solo a maggio di quest’anno. Con un budget dichiarato di 290 milioni di dollari, comunque, anche gestire gli imprevisti non è una missione così impossibile.

In questa occasione, l’impavido agente Ethan Hunt e il suo team dell’IMF si troveranno di fronte alla sfida più pericolosa mai affrontata fino ad ora: dovranno individuare e disinnescare un nuovo e spaventoso armamento, minaccia per l’intera umanità. Con il destino del mondo che grava sulle loro spalle e il futuro in bilico, Ethan e la sua squadra intraprenderanno una missione frenetica che li condurrà in giro per il globo, mentre si sforzano di impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate.

In questa occasione, Ethan sarà alle prese con un nemico enigmatico ed estremamente potente, ma sarà anche tormentato dai segreti del suo passato oscuro. La spia si troverà di fronte a un’ardua decisione: scegliere se sacrificare o no tutto quello che ha, inclusi i suoi cari, pur di portare a compimento la missione.

Accanto a Cruise, il cast comprende Rebecca Ferguson, Simon Pegg e Vanessa Kirby. Fa inoltre ritorno un volto familiare, apparso nel primo capitolo diretto da Brian De Palma, Henry Czerny nel ruolo di Eugene Kittridge, ex capo dell’IMF. Tra le nuove reclute figurano Hayley Atwell, Pom Klementieff, Shea Whigham e Nicholas Hoult, quest’ultimo interpretando il principale antagonista di Cruise.

Ma quali sono le basi di questo franchise milionario in grado di sconvolgere regolarmente i botteghini e al contempo di guadagnare i favori della critica? Tutto inizia nel panorama televisivo degli anni sessanta con la serie ideata da Bruce Geller, nota in Italia come Missione Impossibile. I protagonisti sono i membri dell’IMF (Impossible Missions Force), un piccolo gruppo di agenti segreti impegnati in missioni “speciali” contro dittatori, organizzazioni criminali e, negli episodi più recenti, veri e propri architetti del male. A volte, i nostri eroi si avventurano anche in missioni personali o non ufficiali, agendo naturalmente senza autorizzazione né retribuzione. Il mistero costituisce uno degli elementi vincenti della serie: non si sa chi finanzi l’agenzia, sebbene vi siano sporadici indizi, e la serie è molto caratterizzata, più che dai volti degli attori che la interpretano, che si alternano, da un format molto specifico, oltre che dalla musica (il tema, indimenticabile, ricorre ancora costantemente nel franchise tanto è diventato iconico) e da un format molto specifico, che anche Cruise nella sua serie ha mantenuto. la maggior parte delle puntate inizia con un agente che acquisisce un incarico, conferitogli da una voce registrata su un nastro nascosto, consegnato assieme a un fascicolo con foto e informazioni utili per lo svolgimento della missione.

La voce saluta l’agente di turno con un generico ‘Buongiorno/Buon pomeriggio/Buonasera seguito dal nome dell’agente: “Mr Briggs/Mr. Phelps eccetera…, poi spiega la situazione e conclude con l’obiettivo finale della missione, sempre preceduto dalla formula: ‘la sua missione, se deciderà di accettarla, è…”.

Di seguito, la voce ricorda all’agente che “in caso lei o qualunque altro membro della IMF fosse catturato o ucciso, il Segretario negherà ogni conoscenza delle sue azioni”. Infine, la frase che ha reso celebre il franchise: “Questo nastro si autodistruggerà entro cinque – o, a volte, dieci – secondi. Buona fortuna, Mr. (nome dell’agente)”. La voce che recitava questa formula, quasi la vera protagonista dell’intero serial, apparteneva all’attore Robert Cleveland “Bob” Johnson. Dopodiché, il registratore cominciava a fumare, e ogni sua traccia era sparita.

Altro elemento caratterizzante – che si è affievolito paradossalmente al cinema, pur essendo un media di predisposizione meno “seriale” rispetto alla tv – è la fruibilità degli episodi indipendentemente l’uno dall’altro. Insomma, tutta narrazione “verticale”.

Il primo film della serie con Cruise è invece datato 1996 e diretto da un autore universalmente riconosciuto come Brian De Palma. E pensare che il film non era risultato nemmeno particolarmente gradito alle vecchie guardie, per via del suo radicale cambio di prospettiva: dall’azione di squadra si passa all’avventura dell’eroe solitario, la ‘star’ Cruise, che viene ricompensata a fine lavoro con una cifra esorbitante: ben 70 milioni del ricavo, mentre fino ad allora il cachet dell’attore non era mai andato oltre i 15. Particolarmente brusche, in questo senso, furono le reazioni di alcuni interpreti del serial originale, tra cui Martin Landau, che dichiarò: “è solo un film d’azione. Mentre il nostro Mission era un’altra cosa, un gioco mentale. La missione ideale era quella in cui si entrava e si usciva senza che nessuno si accorgesse di noi. Qui muoiono tutti, cambia il canovaccio, e io sono contrario”. 

Greg Morris addirittura si allontanò disgustato dalla sala quando scoprì che il personaggio di Phelps era diventato un ‘cattivo’. Ma, paturnie a parte, il film ha certamente il merito di essere riuscito a rivitalizzare il franchise e a portarlo in sala con grande successo. Con i suoi 11,8 milioni di dollari e il primato assoluto al botteghino per circa una settimana, la pellicola batteva l’allora campione Terminator 2 e iniziava la sua scalata verso il totale mondiale di totale mondiale di 457,6 milioni. 80 ce n’erano voluti per realizzarlo. 

Ed è una storia di successo che continua ancora oggi, senza cenno a una minima battuta di arresto.

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19 Giugno 2023

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