“Faccio acrobazie perché il mio compito è stupire il pubblico”, ha detto Tom Cruise a ‘la Repubblica’ presentando il quarto capitolo della saga di Mission: Impossible, Protocollo Fantasma, che sarà in sala con Universal a partire dal 27 gennaio.
Ed è assolutamente vero. Di acrobazie Tom ne fa tante nei panni dell’intrepido agente segreto Ethan Hunt, che stavolta si trova a dover fronteggiare una scalata sul Burj Khalifa di Dubai, l’edificio più alto del mondo, e un inseguimento nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, per di più senza alcun supporto da parte dei suoi ‘superiori’, che hanno screditato lui e la sua squadra per un malinteso avvenuto durante un attentato al Cremlino. Ma ne fa tante anche come produttore, dato che è lui, sin dal primo episodio del lontano 1996, a tenere le redini economiche della fruttuosa serie, tratta da un serial classico della tv.
Dopo l’ingaggio del bravo regista Brad Bird – come da tradizione dietro il timone c’è un individuo diverso per ogni episodio, Brian De Palma, John Woo e J.J. Abrams nei precedenti – Cruise si è messo subito al lavoro per rendere il film più ricco e spettacolare possibile, assicurandosi le riprese nel maxiformato IMAX (purtroppo in Italia solo una sala lo supporta) e mettendosi in contatto addirittura con l’emiro di Dubai, Mohammed Bin Rashid, che ha poi ufficialmente ringraziato per “la splendida accoglienza e l’aiuto”.
Tra i due si è creato un vero e proprio sodalizio: l’emiro cerca di ridar lustro al suo stato, la cui immagine opulenta è rimasta offuscata dalla crisi del 2009, Cruise di rilanciare un franchise che, dopo il terzo episodio del 2006, sembrava aver chiuso, seppur degnamente, la sua parabola.
E invece no. Per il thrilling e l’azione, che da sempre la serie garantisce e – bisogna ammettere – non manca neanche stavolta, c’è ancora spazio. All’uscita negli USA, il 16 dicembre con una preview in sole 425 sale, il film ha conquistato immediatamente il terzo posto impensierendo notevolmente il re del podio Sherlock Holmes, che probabilmente dovrà mollare lo scettro questa settimana, quando la pellicola ‘Cruise oriented’ andrà a pieno regime. Missione compiuta, insomma.
Anche lo stesso Tom, del resto, dopo i non certo esaltanti riscontri di Innocenti bugie – che di Mission:Impossible era quasi una traduzione comico-sentimentale – aveva bisogno di riabilitarsi. Certo, non è uno che scappa di fronte alle sfide. La sequenza in cui è appeso al 124° piano dell’imponente grattacielo l’ha voluta girare, come sempre fa, senza controfigure: “Ho seguito tutte le fasi della costruzione del palazzo – racconta – e sapevo che prima o poi sarei riuscito a scalarlo. Certo ho avuto paura. Non dell’altezza, ma di cadere. Ho voluto fare quella lunga scena perché sono sicuro che il pubblico ne andrà matto. La prima volta che abbiamo fatto la riunione con il coordinatore degli stuntmen – spiega poi – mi ha detto ‘Tom, ho parlato per cinque ore con il funzionario della sicurezza e pretende che tutti indossino paracaduti’. Gli ho chiesto di trovarne un altro. Il buffo è che alla fine quelli dell’assicurazione hanno stabilito che non posso correre in motocicletta o guidare i miei aerei, ma va bene se mi butto fuori dalla finestra del Burj Khalifa. Mi sono allenato per mesi.
Uscire è stato facile, rientrare meno. Mi sono spiaccicato un paio di volte contro la vetrata. Ma la cosa importante è sempre lavorare di squadra. In un film non mi concentro su di me, ma sulla storia migliore che si possa realizzare. Senza quella, il resto cade”.
La pensa così anche il suo personaggio, che nella pellicola proprio lavorando a stretto contatto con gli altri membri del suo team – interpretati da Jeremy Renner, Simon Pegg e Paula Patton – riesce a cacciarsi fuori dai guai in condizioni davvero estreme: “Vediamo Ethan in una veste insolita – dichiara lo sceneggiatore Josh Appelbaum – resta lui il cuore del franchise, ma stavolta non agisce da solo, deve mettersi alla guida di un gruppo. Il collante tra loro è l’assenza di risorse. Non possono più contare sulla loro Agenzia, né sui mezzi, sugli strumenti e sui trucchi a disposizione. Devono fare affidamento solo su loro stessi, sulla loro intelligenza, sul loro intuito e sul loro allenamento”.
La pellicola è l’occasione per la Paramount, che co-produce, di presentare il nuovo logo realizzato per il centenario della compagnia. Il primo, creato nel 1916, rappresenta la vetta innovata di una montagna della catena del Wasatch. Siamo pronti a scommettere che Tom Cruise ha sempre sognato di scalarla fino in cima.
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