Michele Placido: un Orso l’ho già avuto


Ho cinque Nastri e cinque figli, scherza Michele Placido, appena diventato nuovamente papà alla vigilia dei 60 anni che compie il 19 maggio. A Berlino è in concorso con Romanzo criminale, un film che ha schivato di poco la Mostra di Venezia e da allora sta facendo tantissima strada, con buoni incassi al botteghino, un premio importante come il Nastro (in attesa dei David), un’uscita in Francia con oltre 200 copie tra pochi giorni. Da noi sta per arrivare il dvd e forse ci sarà un dvd speciale con la versione lunga, tre ore e mezza, per Natale, sempre che la Warner (che distribuisce) sia interessata. Mentre il produttori della Cattleya sono in trattative per una distribuzione tedesca.

 

Film di scrittura, grazie al bel libro di Giancarlo De Cataldo, e naturalmente film d’attori con un gruppo affiatatissimo di belli (“ma quelli della banda della Magliana erano belli davvero, altro che criminali lombrosiani”, assicura il cineasta pugliese), Romanzo criminale ha una storia di quelle destinate a diventare cult con un impianto di gangster story e personaggi duri ma romantici dai nomi evocativi, il Libanese, il Dandy e il Freddo. È tanto lo spazio per il talento di attori come Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio il Nero (qui a Berlino come Shooting Star), la dolce Jasmine Trinca, la conturbante “straniera” Anna Mouglalis, il poliziotto cinico Stefano Accorsi… “Questo film è l’elogio dell’attore italiano che non ha nulla da invidiare all’attore americano”, scandisce Placido come sempre sicuro del fatto suo. Come attore vinse qui a Berlino nel ’79 per Ernesto di Salvatore Samperi, l’Orso d’argento. Come attore si è prestato a Nanni Moretti pare nel ruolo del presidente Berlusconi, seppure in un “film nel film” (diciamo naturalmente del Caimano). “Di questo non posso parlare, ma una cosa la dico: finalmente si ritorna al cinema politico degli anni ’70, come con Gian Maria!”. Berlusconi è ormai argomento di documentari e fiction, persino tedeschi (vedi Ciao, ciao, Topolino). Ma questa è attualità, mentre gli anni ’70 di Romanzo criminale saranno capiti all’estero? “Sì, certo. Anzi, francesi e tedeschi sono interessati soprattutto all’aspetto storico: il terrorismo, l’Italia che vince ai mondiali, il Papa. Neanche Shakespeare avrebbe immaginato un orrore come quello delle nostre trame”. È un film epico, come dice Kim Rossi Stuart, che sembra essersi ripreso benissimo dal tremendo incidente di moto di novembre e che sta per debuttare come regista con Anche libero va bene. Intanto qui a Berlino Placido, orgoglioso di dirigere il Teatro di Tor Bella Monaca che collaborerà con la Festa di Roma, non punta per forza a un premio, “è già bello essere in concorso accanto a signori che si chiamano Chabrol, Altman e Lumet”, ma certo spera nell’accoglienza positiva dei critici e degli spettatori. Poi farà il produttore: “lancio un ragazzo del Centro sperimentale, Toni Trupia”.

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14 Febbraio 2006

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