CANNES – La Quinzaine des Réalisateurs 2012 apre sotto il segno di Michel Gondry. The We and I, pensato per anni e poi realizzato prima e dopo l’impegno fumettoso di The Green Hornet, è quasi tutto ambientato all’interno di un bus, microcosmo ambulante di una vivace classe del Bronx.
Il gusto per l’osservazione antropologica e solo qualche sprazzo di visionarietà del regista celebratissimo per Se mi lasci ti cancello si uniscono in questo concentrato di adolescenza, in cui i 40 studenti che affollano il bus BX66 declinano tutti gli stereotipi della loro età di passaggio: i bulli che si fanno forti del gruppo, il ragazzo timido, quello creativo, la bella che tresca con i duri, quella che li provoca tutti.
“L’idea mi è venuta diversi anni fa mentre ero in autobus a Parigi – ha detto il regista incontrando il pubblico in sala – per la precisione sull’80, nel 15° arrondissement, e all’improvviso sono entrati 20 ragazzi usciti da scuola. Ho osservato che il loro comportamento era legato al loro numero: quando erano tanti erano scatenati, saltavano uno sull’altro, quando sono diminuiti si sono immediatamente evoluti i rapporti e le dinamiche, e i livelli del discorso sono diventati più profondi”. Un progetto “piccolo” e “del cuore” per Michel Gondry, che ha cercato i suoi adolescenti “tipici” nelle scuole pubbliche di New York senza trovarli, per poi imbattersi nel progetto extrascolastico del Bronx The Point: i numerosi attori di The We and the I sono proprio il frutto di un atelier teatrale durato due anni. Ora Gondry – un eterno adolescente, almeno in termini di fantasia – guarda al futuro e ai suoi prossimi progetti: sta girando un adattamento dal romanzo di Boris Vian La schiuma dei giorni, ma anche un film d’animazione su Noam Chomsky. “La creatività mi ha permesso di sopravvivere ha detto Gondry al pubblico della Quinzaine e sento quasi un senso di colpa nell’essere capace di godere di questo lavoro preservando lo spirito ludico. Questo senso di colpa mi spinge di tanto in tanto a occuparmi di temi più sociali”.
Questa giornata di apertura della sezione indipendente, diretta per la prima volta da Edourad Waintrop, è anche l’occasione per la consegna della tradizionale Carrosse d’Or, il riconoscimento che la Quinzaine attribuisce ogni anno a un grande regista. Dopo nomi come Nanni Moretti, Clint Eastwood, David Cronenberg, Jim Jarmusch, Jafar Panahi, ora tocca al cineasta turco Nuri Bilge Ceylan, che lo scorso anno ha vinto il Gran Premio della Giuria con C’era una volta in Anatolia e che sarà nelle sale italiane il 15 giugno grazie a Parthénos.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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