Michael Jordan, l’icona che trascende lo sport compie 60anni

Oggi è il compleanno di un atleta che ha influenzato la cultura di massa, dal marketing sportivo al cinema: non solo Space Jam e The Last Dance, ma anche Air, in uscita il 6 aprile, che racconta il su


Un bambino tira a canestro nel cortile di casa in piena notte. Implacabile, mette a segno un tiro libero dopo l’altro davanti agli occhi increduli del padre, in attesa di un errore che non ci è lecito sapere quando arriverà. È questa l’immagine che ha introdotto a milioni di piccoli spettatori in tutto il mondo un personaggio che all’epoca – era il 1996 quando uscì nei cinema Space Jam – aveva già lasciato un’impronta non solo nello sport, ma nella cultura e nell’immaginario globale: “His Airness” Michael Jordan, che compie oggi, 17 febbraio 2023, 60 anni.

In questa sede non ci soffermeremo a elencare la lista incredibile di record e imprese individuali e di squadra di quel prodigio di atletismo e mentalità vincente che ha indossato per oltre un decennio la casacca rossa numero 23 dei Chicago Bulls. Lasciamo agli appassionati il sempre stimolante esercizio di paragonarlo ai i migliori cestisti apparsi negli ultimi anni. C’è il recentemente scomparso Kobe Bryant, cresciuto in Italia e vincitore di un Oscar per un cortometraggio animato che ne celebra lo spirito agonistico. Soprattutto c’è Lebron James, che da poco ha ottenuto il record di più prolifico realizzatore di sempre, soprannominato fin da subito “the chosen one” (il prescelto), tanto da essere individuato come l’erede naturale di Jordan anche al cinema con il non riuscitissimo Space Jam: New Legend del 2021.

Ma al di là delle imprese sportive e delle chiacchiere da bar – che noi italiani siamo più abituati a fare con il calcio -, c’è una cosa che Michael Jordan ha fatto e che non potrà mai essere replicata: cambiare il modo in cui l’immagine di una star viene celebrata, trasformata in icona e, soprattutto, venduta. Jordan è stato l’atleta giusto nel momento giusto: esploso a metà degli anni ’80 – nel pieno del boom delle tv commerciali – il suo celebre accordo con la Nike trasformò per la prima volta un soprannome (“Air”) in un brand, che ancora oggi fattura miliardi di euro all’anno. Da lì in poi il marketing sportivo – e non solo – ha compiuto un salto pari a quelli che Jordan faceva nel rettangolo di gioco. Un cambiamento epocale che viene raccontato nel film Air con Ben Affleck e Matt Damon, nelle sale dal 6 aprile 2023.

Si tratta solo dell’ultima di una serie sconfinata di opere cinematografiche in cui Jordan compare come personaggio o anche solo come breve cameo. Tra tutti, oltre al già citato Space Jam – maggior incasso di un film sportivo dopo Rocky e The Blind Side – e a Like Mike (in italiano Il sogno di Calvin), in cui un bambino ottiene capacità cestistiche sovrannaturali indossando un paio di scarpe appartenute a Jordan, non si può non ricordare The Last Dance. La meravigliosa docu-serie targata Netflix, che racconta la carriera di MJ in parallelo alla sua ultima, epica vittoria con i Bulls, ha imposto uno standard di qualità per il prodotto documentaristico che negli ultimi anni è letteralmente proliferato al cinema e sulle piattaforme. Per l’ennesima volta, insomma, – anche a oltre 20 anni dal suo ritiro – il mito di Michael Jordan ha lasciato il segno e ci ha ricordato, in qualche modo, che i supereroi che vediamo sul grande schermo esistono anche nella realtà, solo che non indossano buffe calzamaglie attillate, ma “calzoncini” e scarpe da ginnastica.

 

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17 Febbraio 2023

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