C’è tanto mondo della cultura, del teatro e del cinema a salutare a Roma la prima nazionale di Metti, una sera a cena con Peppino, il docufilm di Antonio Castaldo presentato in quel Piccolo Teatro Eliseo che porta in dedica il nome del protagonista della pellicola: Giuseppe Patroni Griffi. Una platea affollata di spettatori, amici e ammiratori, a cominciare dal direttore artistico della sala di Via Nazionale, Luca Barbareschi – un ruolo ricoperto nella sua multiforme carriera dallo stesso Patroni Griffi – e ad attori amatissimi come Peppe Barra (prezioso complice del film), Mariano Rigillo, che con Patroni ebbe il suo esordio al cinema, Francesca Reggiani; e ancora i registi Pappi Corsicato e Aureliano Amadei, e Marina Cicogna, produttrice del mitico adattamento cinematografico di Metti, una sera a cena, del 1969. Con loro Roberto Cicutto, presidente di Luce-Cinecittà, e Laura Catalano, la giovane produttrice del documentario.
Ospite d’onore, un amico di lunga data del regista, il Presidente Emerito Giorgio Napolitano. Che dai ricordi giovanili riporta un’immagine non di solo affetto per “una persona deliziosa”. “Ho a casa la locandina di uno spettacolo, andato in scena il 29 e 30 aprile di un anno significativo, il 1943. Lo spettacolo era La casa sull’acqua di Ugo Betti. Sulla locandina si legge regia di Giorgio Napolitano. Scene tratte dai bozzetti di Giuseppe Patroni Griffi”.
Un sodalizio che avrebbe preso strade diverse, negli anni della trasmigrazione da Napoli di alcuni personaggi straordinari della nostra cultura, come Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Patroni Griffi, e lo stesso presidente. “Ci siamo però molto ritrovati e risentiti in anni più recenti. Gli voglio molto bene”. Luca Barbareschi ha sottolineato il carattere speciale dell’anteprima del film, “una prima volta, che sono felice di dedicare a Patroni Griffi. Ho avuto il piacere di lavorare con lui; di lavorare, e di trovarmi a cena con Peppino. Si faceva tardi a parlare, discutere, litigare di teatro”. Marina Cicogna ha tracciato un commosso e divertente ricordo della lavorazione di Metti, una sera a cena, sorprendente successo che nasceva dalla ricerca di storie e talenti nuovi, a partire da Patroni Griffi – che con la sua commedia aveva ottenuto un clamoroso exploit teatrale, ma su cui non molti erano pronti a scommettere per il grande schermo – a un giovane co-sceneggiatore di nome Dario Argento. Passando per una iniziale scelta su Gian Maria Volontè: “si presentò con un trucco, tutto tinto di bianco. Vedeva nel personaggio una specie di mimo… Non voleva davvero fare il film. Tutti allora erano contenti, perché così il film saltava. Io invece ero decisa”. Il personaggio di Max passò a Tony Musante, un’altra scommessa, insieme alla giovanissima Florinda Bolkan.
Un fatto preoccupante e divertente della lavorazione era la totale disparità di abitudini del direttore della fotografia, Tonino Delli Colli, e di Patroni Griffi; il primo mattiniero, l’altro miticamente nottambulo. “Quando uno finiva il lavoro sul set, arrivava l’altro”. Giovane, classe 1980, è anche il regista Antonio Castaldo, che ha introdotto il suo saluto alla sala con l’ascolto di una registrazione di Patroni Griffi, fatta proprio all’Eliseo. Un documento che racconta con la grana memorabile della voce del regista il suo legame con il luogo, specie grazie alle messinscene dei suoi testi con la Compagnia dei Giovani. “Il Teatro Eliseo è stato il mio Ateneo. Qui ho avuto i miei corsi, i miei esami, la mia laurea. Queste mura me le sento addosso come una toga”. Castaldo ha raccontato di come il progetto del film sia nato proprio durante una cena. E ha chiosato “se per Peppino è stata una laurea, per noi questa sera dovrebbe essere, e spero lo sia, una prova di maturità”.
Il film uscirà in dvd il 27 febbraio con Luce Cinecittà, e sarà in tour in alcuni dei maggiori teatri italiani, dal Franco Parenti di Milano al Mercadante di Napoli.
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