Sono gli amici come l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e lo scrittore Raffaele La Capria, i collaboratori come Vittorio Storaro e Gabriella Pescucci, gli attori come Kaspar Capparoni, Umberto Orsini e Mariano Rigillo a tracciare il ritratto dello scrittore, drammaturgo e regista napoletano Giuseppe Patroni Griffi, scomparso nel 2005, nel documentario Metti, una sera a cena con Peppino. Il film diretto da Antonio Castaldo, coprodotto, insieme a 8 Production, e distribuito da Istituto Luce Cinecittà viene presentato stasera, lunedì 6 febbraio ore 20.00 a Roma, presso il Piccolo Eliseo, dedicato alla memoria di Patroni Griffi, con l’introduzione del direttore del Teatro Eliseo Luca Barbareschi e l’intervento del ministro Dario Franceschini.
“Ho voluto esplorare la vicenda umana di Patroni Griffi attraverso la sua ampia e poliedrica produzione artistica, di cui sfortunatamente si sta perdendo la memoria, ma che offre importanti riflessioni su temi universali quali l’amore e l’amicizia”, spiega l’autore che condivide con l’artista le radici napoletane, la lingua e un particolare paesaggio umano.
Patroni Griffi nasce a Napoli nel 1921 in una famiglia aristocratica, caduta in disgrazia dopo il decesso prematuro del padre. La sia formazione attinge alla ricca biblioteca di famiglia e alla frequentazione di giovani intellettuali partenopei avversi al conformismo fascista. Nel dopoguerra Patroni Griffi si trasferisce a Roma, ma Napoli resta centrale nei romanzi “Scende giù per Toledo”, “La morte della bellezza” e nell’opera teatrale “In memoria di una signora amica”. Non solo scrittore, ma anche sceneggiatore di Rosi, Lattuada, Zurlini, Visconti e finalemnte regista di film come Metti, una sera a cena, Addio, fratello crudele, La gabbia.
Nel teatro si afferma con la Compagnia dei Giovani, dando vita a un teatro incentrato su un rapporto privilegiato fra autore e attori. Prima di essere interpreti, infatti i suoi attori sono anche fonte di continua ispirazione. Così scrive “Metti, una sera a cena” per Rossella Falk e Umberto Orsini, o “In memoria di una signora amica” per Lilla Brignone. Negli ultimi anni della sua vita diventa direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma dove aveva presentato le opere scritte per gli amici della Compagnia dei Giovani.
La struttura del documentario Metti, una sera a cena con Peppino si affida a interviste di amici, a testimonianze di collaboratori e a contributi di studiosi e critici. Sono utilizzate immagini sia di archivio, sia inedite di Patroni Griffi con i suoi amici o al lavoro. Sono state inoltre realizzate immagini originali grazie alle quali prende vita uno dei suoi personaggi letterari più significativi, Rosalinda Sprint di “Scende giù per Toledo”.
E’ da questi materiali che emergono le tematiche più care a Patroni Griffi: la bellezza, la morte e l’amicizia. Proprio quel senso profondo d’amicizia caratterizzala sua vicenda umana. Ogni sera l’artista si riuniva a cena con gli amici fino a tarda notte. Spesso le sue drammaturgie e le sue regie nascevano proprio a tavola dove osservava personalità, fragilità e difetti dei suoi attori che rappresentavano una costante fonte d’ispirazione.
Così nel film gli attori Umberto Orsini, Laura Marinoni, Mariano Rigillo, Kaspar Capparoni e Totò Onnis parlano della loro esperienza professionale e personale con il regista, mentre si dirigono a un appuntamento particolare: una tavola imbandita sulla quale si chiude il documentario.
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