Mercato e industria del cinema: 2014 anno di transizione

Il consuntivo di un anno nel Rapporto frutto della partnership di Fondazione Ente dello Spettacolo e DG Cinema-MiBACT, in collaborazione con Luce Cinecittà e con il supporto della SIAE


“I punti di forza e le criticità del settore, messi in luce dal Rapporto 2014 sul mercato e l’industria del cinema in Italia, confermano i traguardi raggiunti e sollecitano la necessità di rafforzare la nostra industria incrementandone la competitività sul piano internazionale”. Così il DG Cinema Nicola Borrelli commenta il ‘Rapporto’ frutto della partnership di Fondazione Ente dello Spettacolo e Direzione Generale Cinema- MiBACT, in collaborazione con Luce Cinecittà e con il supporto della SIAE e presentato al Centro sperimentale.

Dal Rapporto emerge che il 2014 è stato un anno di transizione, gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire. Gli ingressi del pubblico sul totale mercato SIAE sono calati del 4,95% rispetto al 2013, anche la spesa del pubblico si è ridotta del 4,5%. La contrazione non colpisce solo le piccole sale, ma anche i grandi multisala che in media. Una riduzione si registra anche negli investimenti industriali: i contributi stanziati diminuiscono del 3,43%, passando da 334,9 a 323,4 milioni di euro.
Con 201 titoli prodotti nel 2014 l’Italia si colloca al decimo posto al mondo per pellicole realizzate ed è il primo paese europeo per numero di film con una produzione al 100% domestica. A fronte dell’aumento del numero di film prodotti, in particolare low budget, si evidenzia la diminuzione delle coproduzioni internazionali e il costante calo degli investimenti medi. Il budget medio dei film è di circa 1 milione e 390 mila euro (-16% rispetto al 2013) e l’alto numero dei film italiani low budget (sotto un milione e mezzo), 161 nel 2014 (circa l’83% sul totale delle produzioni) è indicato da Redento Mori, curatore del Rapporto, come una delle cause del freno al mercato, visto che questi film in totale ottengono appena un 12.48% degli incassi
A livello produttivo il comparto rimane molto frammentato: 6139 le aziende attive nell’audiovisivo nel paese e di queste solo 95 hanno più di 50 dipendenti.

“Dai dati emerge l’immagine di un settore industriale stagnante, fermo che ha avuto un suo culmine tra il 2011 e il 2012. Il trend è cambiato, infatti da due, tre anni si è interrotto il percorso di crescita del settore cinematografico e della fiction – avverte Borrelli – Per la prima volta nel 2014 la quota italiana di mercato è inferiore alla media europea di titoli nazionali. Dobbiamo decidere se accontentarci di questi risultati o cogliere tutte le potenzialità presenti nel settore, conoscendone le criticità. Prima fra tutte le vendite internazionali del prodotto audiovisivo che hanno cifre irrilevanti, o la produzione indipendente polverizzata”.

Più ottimista Mario Mazzetti, responsabile dell’ufficio cinema dell’Agis, il quale sottolinea comunque che nel 2015 le cifre finora registrano un aumento di incassi (+ 9%) e di presenze (+5%).
Il Rapporto presenta quest’anno una novità, come sottolinea Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, “quella di dedicare un focus al cinema internazionale per offrire negli anni un quadro completo sui paesi già protagonisti e su quelli emergenti. Nell’anno della distensione delle relazioni internazionali tra Stati Uniti e Cuba, una sezione riguarda il Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano e a Cuba che vanta una lunga tradizione nell’ambito del cinema, con legami profondi con la scuola cinematografica italiana”.

Tutti i precedenti Rapporti  sono disponibili sul sito http://www.cineconomy.com/

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