Menocchio, cappa e spada per Alberto Fasulo

Vincitore nel 2013 al Festival di Roma con Tir, il regista Alberto Fasulo è al lavoro sul suo prossimo progetto, Menocchio, un film in costume ambientato nel '500 su un eretico


PESARO – Si chiamerà Menocchio il primo film in costume di Alberto Fasulo, regista di Tir e ospite della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro nella rassegna sugli Esordi del cinema italiano. “Non sarà un fantasy, ma un film in costume – ha spiegato il regista, che ha da poco terminato il documentario sulla disabilità Genitori – che racconta la storia vera di un eretico friulano, un semplice mugnaio del ‘500 che non credeva alla Chiesa come istituzione e predicava l’amore per le persone prima che per Dio. Una storia molto attuale, se si pensa a quanto accaduto a Parigi a Charlie Hebdo. Tutto, anche quei fatti, discendono da un problema, mai davvero risolto, con il potere centrale. Che pretende il controllo sulle parole e sul pensiero delle persone”. In fase di scrittura, e sviluppato all’interno di un workshop internazionale, Menocchio è una co-produzione tra Italia, Slovenia “e un terzo partner da definire in questi giorni”. 

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22 Giugno 2015

Pesaro 2015

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La Terra vista dall’iperspazio

Marco De Angelis e Antonio Di Trapani ottengono una menzione speciale per la sperimentazione linguistica a Pesaro con il loro film saggio. Tra citazioni di Nietzsche e Proust e molte immagini di repertorio usate come reperti di una civiltà delle immagini in via di estinzione. "Ammiriamo Godard, ma per noi non è un riferimento pedissequo", dicono i due autori. Che propugnano un individualismo a oltranza

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La morte di Pasolini

A Pesaro le prime immagini del film di David Grieco La macchinazione che riapre l'indagine sulla tragica morte del poeta di Casarsa. Ma Pier Paolo è protagonista al Festival con una retrospettiva e con una tavola rotonda. Mentre Bernardo Bertolucci ne ricorda il rapporto con il produttore Alfredo Bini

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Peter Marcias: “Nel porto di Cagliari a lezione di fratellanza”

Francesca Neri e Moisè Curia sono i protagonisti di La nostra quarantena, un film che racconta, tra finzione e documentario, la vicenda di 15 marinai marocchini bloccati a bordo di una nave per più di un anno. Per il regista sardo è stata l'occasione per riflettere su un'Italia diversa, fatta di solidarietà ma anche di futuro incerto. La Mostra di Pesaro l'ha scelto come Evento di chiusura, mentre Luce Cinecittà lo distribuirà il prossimo autunno

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Vecchiali: “Il più grande rimpianto? Non aver lavorato con Pasolini”

L'ottantacinquenne cineasta francese presenta il dostoevskiano Nuits Blanches sur la Jetée e rivela: "Insieme dovevamo girare un film su Gilles De Rais e Giovanna d'Arco, ma Pier Paolo morì troppo presto". E aggiunge: "Lo preferivo come poeta che come cineasta, l'unico suo film rivoluzionario è stato Uccellacci e uccellini, Accattone non mi piace"


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