Niente più choc ma ‘urto di nervi’. Non si va al bar ma alla ‘mescita’, per il mal di testa si prende il ‘cialdino’, non il cachet e se si vuole amoreggiare non si dirà di ‘avere un flirt’, ma ‘fiorellare’. Al bando ogni forma dialettale, termini stranieri e pure l’uso di darsi del ‘lei’. Fu così che Benito Mussolini iniziò una delle più imponenti battaglie di propaganda del fascismo: creare un’unica lingua italiana, una vera ”lingua di regime” che avrebbe forgiato un popolo nuovo, più allineato e unito anche nel modo di esprimersi. A raccontarlo è Me ne frego! Il fascismo e la lingua italiana, documentario dell’Istituto Luce nato da un’idea della linguista Valeria Della Valle per la regia di Vanni Gandolfo, in prima visione su History (407 di Sky) il 25 aprile alle 21.
Diretto da Fabrizio Corallo che ne firma anche la sceneggiatura con Silvia Scola, è ricco di testimonianze e materiali d’archivio. Con Luca Argentero e Barbara Venturato
Dal 4 ottobre il film tornerà al cinema grazie al restauro in 4k realizzato da Paramount Pictures presso L’Immagine Ritrovata di Bologna, con il contributo di Luce Cinecittà e MiC
L’opera seconda della regista romana, co-prodotta e distribuita da Luce Cinecittà, arriverà a Novembre al cinema
Il Maestro dell'horror racconta la sua parte più in ombra nel film di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa. Domenica 8 settembre alle 23:10 su Rai 3