MASELLI, SCIMECA, LABATE


“Le violenze di oggi non giustificano in nessun modo l’uccisione di un manifestante. Quanto accaduto potrebbe cambiare il destino di un movimento straordinario, ricco di idee e di cultura. Ora ho paura che l’attenzione si concentri solo sulla violenza”. Sono le parole a caldo di Citto Maselli che abbiamo raggiunto telefonicamente a Genova.
Lui e gli altri registi, impegnati nel film collettivo sull’evento G8, sono attraversati da un fiume di emozioni per quanto hanno visto e vissuto in una giornata che sarà ricordata purtroppo, non solo per gli scontri ma anche per la morte di un ragazzo di 23 anni.
Le macchine da presa sono state in prima linea, in ogni angolo della città, tra i giovani raccolti nello stadio Carlini, nei cortei e nei luoghi della guerriglia. Sono state anche nella zona rossa, quello spazio interdetto alla società civile per tutta la durata del G8.
E in mezzo allo scenario apocalittico delle auto in fiamme, delle cariche della polizia, dell’assalto alla barriera di ferro che circonda Palazzo Ducale si è ritrovato anche Pasquale Scimeca. Con la sua troupe è stato protagonista di un episodio di violenza: questa mattina hanno ripreso l’incendio di una macchina da parte del cosiddetto Black Bloc e sono stati aggrediti. La macchina da presa è stata distrutta. “Non escludo che tra gli anarchici ci fossero degli infiltrati” afferma Scimeca e racconta anche di aver visto il cambiamento della polizia nei confronti dei dimostranti: “Calmi e composti con gli anarchici la mattina, inclini alla provocazione con le tute bianche nel pomeriggio quando hanno caricato senza nessun preavviso”.
Situazione più tranquilla invece per Ettore Scola e i suoi operatori che, dotati di pass, sono entrati nella zona rossa in macchina. Hanno ripreso Piazza De Ferrari tirata a lucido e straripante di forze dell’ordine. I manifestanti hanno fatto largo per far passare la loro macchina.
Ma le giornate di Genova hanno riservato molte altre emozioni ai filmaker: tutti sono stati colpiti dalla manifestazione dei migranti di venerdì, quando un lungo corteo ha sfilato per le strade fino ai margini della zona rossa per chiedere frontiere aperte e permessi di soggiorno. Pontecorvo l’ha definita “Gioiosa e piena di invenzione” e Scola è stato colpito dall’impatto emotivo della performance dei manifestanti iraniani che hanno simulato una lapidazione per denunciare le mille esecuzioni pubbliche.
Sottolinea la differenza tra le due giornate anche Wilma Labate che dice: “Il corteo dei migranti infondeva una grande allegria. Oggi ho visto e vissuto una tensione fortissima. Una vera battaglia che abbiamo cercato di raccontare con un taglio cinematografico. Ma è stato davvero difficile. Domani non so come andrà. Io vorrei seguire lo spezzone della Marcia Mondiale delle donne che ho già contattato. Stasera ci riuniremo per decidere il da farsi”.
Sarà un incontro intenso in cui comunque si stabilirà l’ordine del giorno per la domenica, giorno in cui tutti torneranno a casa, con chilometri di pellicola, un documento prezioso e un contributo al movimento che dovrà affrontare il dopo Genova.

autore
20 Luglio 2001

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