Matteo Garrone e Mario Martone sono tra i premiati della decima edizione del Galà del Cinema e della Fiction in Campania, manifestazione ideata da Valeria Della Rocca e con direttore artistico Marco Spagnoli che celebra non solo le produzioni che raccontano Napoli e la Campania, ma anche le eccellenze artistiche che si sono distinte durante l’anno. “Napoli e tutto il territorio della Campania è un tale palcoscenico straordinario – dice Martone, premio Speciale alla Regia – e così questa terra è nel cuore di tutte le cose che faccio. Sono stato accusato, come è accaduto a Garrone, di mostrare un’immagine cupa di Napoli, specie nel film L’amore molesto ma non credo siano giuste queste accuse. Dogman di Garrone parla a chiunque e racconta solo uno dei tanti aspetti della napoletanità. Gomorra poi ha il merito di aver fatto nascere un genere, una cosa davvero importante, anche perché racconta quella realtà che la Napoli ‘bene’ si e sempre rifiutata di guardare”.
“Mia nonna e la madre di mio figlio sono napoletani – rimarca Garrone, premiato per Dogman come miglior film drammatico – e torno sempre volentieri a Napoli. È vero – aggiunge – sono stato accusato di dare una cattiva immagine di questa terra, ma secondo me è giusto raccontarne luci e ombre. E poi – conclude il regista – la ricchezza divolti che ci sono a Napoli… So che Fellini andava a caccia deisuo personaggi proprio in questa città e non sbagliava”.
La regista riceverà il premio per La Chimera il 13 novembre, con la proiezione del suo nuovo cortometraggio Allégorie citadine e un incontro
La motivazione del riconoscimento: “è un approccio sorprendente, commovente e innovativo al tema molto delicato dell'adozione”
"Costruisce ponti fra culture, generazioni e popoli”, si legge nella motivazione del riconoscimento, che per la prima viene attribuito a un regista che “si muove tra il più sofisticato cinema d'autore e l'attenzione per il pubblico”
La premiazione si terrà il 3 dicembre presso la sala Lo Schermo Bianco di Bergamo. La giuria include figure di spicco come la produttrice Elisabetta Olmi e il critico cinematografico Massimo Lastrucci