“Il primo film che ho visto è stato Psycho di Hitchcock, avevo 7 anni, l’ho guardato e sono stato terrorizzato per due anni ma l’ho amato molto. Da lì è iniziato il mio amore per il cinema e per Hitchcock”. Così Martin Freeman, l’attore inglese oggi al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 in occasione della presentazione del film Ghost Stories di Jeremy Dyson e Andy Nyman, in cui è protagonista, nei cinema italiani dal 19 aprile con Adler Entertainment. Nella città toscana Freeman riceverà anche il premio alla carriera del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018.
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano il suo rapporto con il soprannaturale – Ghost Stories è un horror psicologico – Freeman ha detto: “Prima di tutto non so se esista il soprannaturale o meno, come non lo sa nessuno. Sono aperto al fatto che qualsiasi cosa sia possibile, del resto stiamo facendo la conferenza stampa in un convento, teatro del soprannaturale. Anche mia madre è andata a scuola in un convento: religione e soprannaturale vanno di pari passo, non sono dogmatico, ritengo tutto sia possibile”.
Parlando poi di Lo Hobbit di Peter Jackson, in cui interpretava Bilbo Baggins, Freeman ha spiegato che “abbiamo condiviso un sacco di momenti e spazi anche angusti e nonostante tutto non abbiamo mai litigato e abbiamo formato un legame quasi familiare. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con Peter Jackson, che è il genio della Terra di Mezzo”.
Parlando infine di Lucca Freeman ha spiegato che non c’era mai stato, “ma mi si sono aperti gli occhi, sto tentando di convincermi in tutti i modi che la pioggia di oggi sia romantica, perché in verità ero scappato dall’Inghilterra sperando di trovare un altro clima. Ma la pioggia in Italia è un’altra cosa: è più bella”.
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