Un convegno, una retrospettiva, un libro e un dvd ricorderanno Mario Camerini a 25 anni dalla morte. Il cineasta, scomparso il 4 febbraio 1981, è al centro di un grande omaggio che potrebbe culminare in un evento nell’ambito della Festa di Roma. A organizzarlo la Fondazione Archivi del ‘900 con la seconda Università di Roma, come annunciato dalla figlia Anna Maria e da Arnaldo Colasanti che coordinerà il convegno, in programma il 28 febbraio prossimo: alla discussione interverranno critici e studiosi come Adriano Aprà, Orio Caldiron, Callisto Cosulich, Goffredo Fofi, Sergio Grmek Germani, Vito Zagarrio.
“Ho scoperto Camerini in ritardo e con molte riserve mentali”, ha spiegato Aprà rievocando la scarsa fortuna critica di un cineasta spesso considerato un “piccolo borghese” o un semplice artigiano. Su di lui esiste infatti pochissima saggistica: il Castoro di Germani e una monografia di Alberto Farassino per la retrospettiva di Locarno. “Eppure – prosegue Aprà, che lo riscoprì a Pesaro nel ’74 – ogni suo film è un universo concluso in sé, che inventa altri mondi proprio come fanno Lubitsch o Hitchcock”.
Autore di commedie, melodrammi e kolossal come I Promessi sposi, in corso di restauro a cura della Fondazione, Camerini “era tra i pochi italiani degli anni ’30 a poter reggere il confronto con il cinema mondiale, compreso quello americano”, come sostiene Callisto Cosulich. Mentre Carlo Lizzani ne ricorda le battaglie civili alla guida dell’Anac e della rivista “Film d’oggi” e Citto Maselli, a sua volta, riporta un lusinghiero giudizio del francese Tavernier: “Un fotogramma di Camerini vale tutta l’opera di René Clair”. Tra gli altri amici, intervenuti alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, stamattina alla Casa del Cinema, Mara Blasetti, Franco Interlenghi, la costumista Adriana Berselli, lo sceneggiatore Piero De Bernardi, mentre Suso Cecchi D’Amico e Mario Monicelli hanno mandato un contributo in video.
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