Marinai contro Alieni


Abbiamo visto film tratti da libri, fumetti, videogiochi, attrazioni a tema (Pirati dei Caraibi), giochi di ruolo (Dungeons & Dragons). Perfino il Cluedo, celebre gioco di società in stile ‘giallo’, ha avuto nel 1985 una sua versione ‘da sala’, Signori, il delitto è servito. Però, a quanto ci risulta, ancora non c’era una pellicola ispirata a un gioco ‘carta e matita’ come la Battaglia Navale. Peter Berg, con il kolossal Battleship, in sala con Universal e interpretato da Liam Neeson, Taylor Kitsch e dalla popstar Rihanna, colma la lacuna.

Per essere precisi, anche il marchio Battleship è legato a un gioco da tavolo, piuttosto popolare, prodotto dalla celebre ditta Hasbro ma, in sostanza, proprio di una variante di battaglia navale si tratta. Plauso dunque agli sceneggiatori Jon & Erich Hoeber che da ‘C3 colpito’ e ‘C4 affondato’ sono riusciti, un po’ faticosamente per la verità, a tirar fuori una sceneggiatura da due ore e dieci.

 

Il genere è fanta-action-catastrofico, un po’ come Independence Day o Transformers, e un titolo alternativo potrebbe essere ‘Marinai contro Alieni’. In sostanza, la Terra sonda gli spazi con un dispositivo per scoprire se ci sono forme di vita. Gli extraterrestri rispondono, ma non sono amichevoli. In breve invadono il nostro pianeta cominciando dal mare – plausibile, visto che ne è composto per la maggior parte – con navi da battaglia molti simili a quelle terrestri. Allo spiantato marinaio Alex Hopper (Kitsch) tocca il compito di salvare il mondo dopo che il primo attacco ha distrutto la sua nave e il suo comando, cogliendo così l’occasione di dimostrare a suo suocero (Neeson) di avere le qualità per sposare la bella Samantha (Brooklyn Decker).

 

Curiosamente, il film, che gode di molte scene d’azione costruite ‘in profondità’ – navi che affondano, bombe che volano verso lo spettatore eccetera… – non è in 3D. Berg ha preferito concentrarsi sul realismo delle macchine aliene, effettivamente molto ben progettate: “Abbiamo introdotto un’intera flotta navale aliena – racconta – una cosa che io stesso non avevo mai visto. Alcune delle migliori teste della Industrial Light & Magic di George Lucas hanno progettato navi e modelli con i computer, cercando di capire quale potesse essere il loro arsenale. Un’arma l’abbiamo chiamata ‘il trituratore’, per via del suo sistema di guida intelligente che gli permette di distruggere tutto ciò che trova sul suo cammino’. Da piccolo continua ho trascorso molto tempo sulle navi, ascoltando storie dettagliate sulle grandi battaglie della Seconda Guerra Mondiale raccontate da mio padre. Quando mi è arrivato il soggetto tra le mani, non mi ci è voluto molto per immaginare il film: una storia contemporanea di una flotta internazionale impegnata in una battaglia molto dinamica, violenta e intensa. Si può andare ovunque nel mondo, dire ‘Battaglia navale’, e la gente capisce. Nel mercato di oggi questo è un grande valore aggiunto nel trasformare un brand in una pellicola”.

E ora, aspettiamo un film tratto da ‘Nomi, cose, animali, città’…

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13 Aprile 2012

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