MARIELLA LI SACCHI

Torniamo di nuovo al punto di partenza. Cos’è oggi il cinema italiano? Una domanda che giriamo subito a Mariella Li Sacchi, oltre che produttrice, anche esercente di una sala ad Alatri, in provincia di Frosinone. Ventottomila abitanti il cui gradimento cinematografico, più o meno, rispecchia il dato nazionale. “Ho provato a fare una distribuzione di qualità, da cinema d’essai, ma non funziona”, ci dice quasi rassegnata. “Ero convinta che il cinema di qualità avesse almeno una sua nicchia di pubblico e invece il dato non corrisponde. Anche in provincia vanno i film commerciali. Sono quindi arrivata alla conclusione di considerare il cinema, come l’arte, senza confini. E oggi cerco solo storie in cui tutti si riconoscano. Per questo ho prodotto Amor nello specchio. Non credo sia meno interessante di Shakespeare in love“.
Come produttore ritiene quindi di avere la coscienza a posto ed è invece molto severa verso i critici, che sono sempre i primi a sparare contro il nostro cinema. Per il futuro ha acquisito i diritti del romanzo Voci di Dacia Maraini, la cui versione cinematografica porterà la firma di Franco Grimaldi. “È stato un successo letterario in tutto il mondo. Mi sembra un ottimo presupposto di partenza. Chissà se basterà? Puntavo molto anche su un film come La frontiera, con Raul Bova, Giancarlo Giannini e Claudia Pandolfi, ma non è andato come speravo.
Uno dei miei primi obiettivi è lavorare a una maggiore coesione del gruppo di lavoro, partendo da me fino ad arrivare all’ultimo dei tecnici”. Dalla sua società di produzione che, non a caso, si chiama Factory è in uscita Tobia al cafè diretto da Gianfranco Mingozzi, tratto dall’omonima novella di Marco Lodoli, pellicola visionata da Cannes ma rifiutata, distribuita però all’estero dalla francese Astra. Mentre è previsto per quest’estate il primo ciak di una commedia scritta da Silvia Scola, diretta da Roberto Giannarelli, dal titolo ancora provvisorio A piedi nudi sui chiodi.