Nei prossimi giorni l’attore Ivano Marescotti, assistito da Antonio Ingroia nella sua veste di avvocato, notificherà alla Rai e alla casa di produzione della fiction Una buona stagione una citazione in giudizio per danni per la “censura” subita durante la scorsa campagna elettorale per le elezioni europee in cui Marescotti era candidato nelle liste dell’Altra Europa con Tsipras. “Hanno scoperto dopo le prime tre puntate che ero candidato alle Europee quando la cosa era nota da tempo – ha detto l’attore nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede della Slc Cgil a Roma – Volevano farmi firmare una liberatoria per tagliare nelle successive tre puntate tutte le scene che avevo interpretato per motivi di par condicio. Non è un problema solo mio – ha detto ancora Marescotti – ma di tutti coloro a cui viene calpestata la dignità del lavoro. Vincere o perdere mi interessa relativamente, mi interessa il riconoscimento di un diritto”.
“Da avvocato ho accolto con entusiasmo l’appello di Ivano – dice Antonio Ingroia – in Italia esistono tanti sistemi di potere che tolgono il diritto a tanti cittadini italiani. La Rai e la casa di produzione hanno violato un diritto sacrosanto come quello dell’elettorato passivo”.
“Quello che è successo a Ivano Marescotti è un fatto molto grave perché lede la professionalità di un artista – ha dichiarato Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil – Non si capisce che in quel caso l’attore interpretava un personaggio, non era se stesso”.
Marescotti è attualmente al Teatro Vittoria di Roma, fino al 25 gennaio, con il monologo del poeta romagnolo Raffaello Baldini La Fondazione, per la regia di Valerio Binasco.”La Fondazione – spiega Marescotti – parla di un uomo che nella sua vita non riesce a buttare via nulla. Tiene da conto tutto, perfino le cartine che avvolgono le arance. La moglie lo ha mollato ma lui preferisce vivere tra la sua “roba”. Perché quella “roba” non rappresenta la sua vita, quella roba “è” la sua vita stessa. E quando quella “spazzatura” verrà buttata, anche lui seguirà la stessa sorte. Uno spettacolo comico solo perché spesso e fortunatamente, riusciamo anche a ridere di noi stessi, perché, come disse Leo Longanesi, i difetti degli altri somigliano troppo ai nostri”.
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