TORINO – Con una barba da profeta o da Abate Faria, come dice Tatti Sanguineti, che conduce l’incontro, ecco Franco Maresco redivivo, al Torino FF per presentare qualche frammento di Belluscone, una storia siciliana, film maledetto iniziato prima della caduta dell’ex premier e che doveva essere pronto per Berlino, poi per Venezia… Un progetto che ha fagocitato energie come un buco nero. E di depressione parla apertamente, scherzandoci su, il cineasta palermitano, ormai orfano di Daniele Ciprì. Ma iniziò proprio con lui, negli anni ’90, gli anni di Cinico Tv, a occuparsi del Signò Belluscone. “Fin dall’inizio è presente nel nostro lavoro, dove avevamo deciso di bandire accuratamente ogni riferimento a persone esistenti, unica eccezione è Silvio”. A lui dedicarono anche un’ode leopardiana, per due volte, nel ’90 e nel ’94.
Il film, partito come inchiesta finta e lievitato come il pane, ora è quasi pronto, potrebbe arrivare a febbraio. Girato e rigirato più volte, migliaia di ore di narrazione, interviste, spezzoni, un trionfo di radio e tv locali. E’ a colori, con un unico personaggio in bianco e nero, Ciccio Mirra, che lo ricollega a un film precedente del duo Enzo domani a Palermo. Mirra è organizzatore di feste nel quartiere Brancaccio, quartiere storico della mafia, manager di cantanti neomelodici, uno sfigato alla Danny Rose, che monologa sul palco, interrogato da Maresco fuori campo. Mai pronuncia la parola mafia e parla degli ‘amici’. Anche Belluscone, che i mafiosi volevano rapire ma poi chissà perché lasciarono perdere, è un amico. E c’è una signora che telefona al prete di una tv locale per chiedere che torni. “Senza Silvio quella Sicilia è persa. B. è la Sicilia, deve tutto alla Sicilia, fin dalle origini ha a che fare con i siciliani: Dell’Utri, un tale Giuseppe Azzaretto fondatore della banca Rasini che gli permetterà di costruire la sua enorme fortuna, e poi Mangano, Bontade. E’ più siciliano dei siciliani”. Dell’Utri c’è davvero nel film, intervistato su un trono parla in un latino improbabile. Ma tutto è mescolato ai vecchi spezzoni, spot pubblicitari, il ritorno di personaggi chiave di Cinico Tv come il Ciclista e Paviglianiti, che non ci sono più. Ma per Maresco ci sono sempre. Anche se poi il film è anche un modo per staccarsi da un passato che non passa: le censure, gli scandali, il divorzio da Ciprì. “L’addio a un mondo, una Palermo, che non esiste più, e per la quale non credo sia giusto avere rimpianti”.
Adesso sta per uscire con la Cineteca di Bologna il secondo cofanetto dvd su Cinico tv. “Fummo i primi a mostrare in tv un Sud visto in tono sarcastico, spietato e violento, l’opposto di quello di Arbore. Accolti da una certa Raitre, quella di Ghezzi e Guglielmi, alla fine fummo messi alla porta”. Belluscone film superindipendente, con produttore Rean Mazzone, “che dal ’93 in poi ci ha sempre seguito ed è stato travolto insieme a noi dalla tragedia di Totò che visse due volte“.
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