Conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Rivista del Cinematografo con il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, il premio è assegnato a un regista che abbia dato una testimonianza significativa, per sincerità e intensità, del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della vita.
Lo scorso 21 maggio, durante il Festival di Cannes 2024, è stato assegnato a Eugène Green il Premio Robert Bresson Speciale, per ricordare i venticinque anni della morte del regista di Au Hasard Balthazar e dell’istituzione del riconoscimento a lui intitolato.
Il premio, realizzato e donato da Pianegonda, verrà consegnato a Venezia in una cerimonia aperta al pubblico il 31 agosto, alle 12:30, presso l’Italian Pavilion dell’Hotel Excelsior, in occasione dell’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Esso rappresenta un tributo alla cifra inesauribile del lavoro di uno dei registi più influenti del nostro tempo, che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico e della critica con opere innovative e provocatorie.
Con il Premio Robert Bresson, il nome di Marco Bellocchio viene accostato a quello di un campione del cinema della credenza come il cineasta francese, perché, come si legge nella motivazione: “La realtà così com’è non basta, sembrano suggerirci entrambi. Bisogna aprirla con il bisturi del cinema perché possa sgorgare l’invisibile, che si manifesta come mistero di luce e di ombre. Sul piano inclinato delle macchinazioni della Storia – ricca di accenti escatologici in Bresson, più terreni in Bellocchio – il cinema di questi due giganti non scivola mai ma risale, cercando quella libertà che vince ogni gravità, fino alla morte. Ed è la croce la chiave di volta iconografica che sorprendentemente sospinge entrambi: là dove lo schermo si incurva nel bagliore della Grazia, in Bresson. Nella vita che si schioda, liberata dalla preghiera di un bambino, in Bellocchio”. (A.C.)
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