ROMA – “Siamo i Christian Bale italiani” commenta così, ironicamente, Francesco Gheghi parlando dello sforzo compiuto da lui, Alessandro Gassmann e da Paolo Madonna per vestire i panni dei loro forzuti personaggi in Mani nude, l’opera seconda di Mauro Mancini presentata alla Festa del Cinema di Roma 2024. Tratto dall’omonimo romanzo di Paola Barbato, arricchito dalle musiche originali di Dardust, il film si ambienta in un circuito clandestino di lotte corpo a corpo all’ultimo sangue: mani nude, chi perde muore.
“Credo di raccogliere e continuare la ricerca su tematiche che trovo molto vicine, come il perdono. – spiega il regista Mauro Mancini, reduce dall’acclamato esordio Non odiare, con protagonista lo stesso Gassmann – Mi interessa esplorare quanto siamo vittime del perdono e del senso di colpa. Con questo film continua il mio percorso sull’origine del male. Sam Peckinpah diceva: sono uno studente della violenza perché sono uno studente del cuore umano. Non credo che sarà l’ultima volta che mi confronterà con questo tema”.
Francesco Gheghi, fresco di premio per il miglior attore della sezione Orizzonti di Venezia 81, interpreta Davide, un ragazzo di buona famiglia che un giorno viene improvvisamente rapito per essere dato in pasto come sparring partner a uno spietato lottatore. Nonostante sia condannato a morire, ne esce miracolosamente vincitore, venendo costretto a entrare nel circuito di combattimenti clandestini. Imprigionato su una grande nave insieme a un gruppo di novelli gladiatori, viene allenato dal suo spietato aguzzino (Alessandro Gassmann), soprannominato Minuto, fino a diventare uno dei più abili combattenti in circolazione.
“Questo è venuto prima di Familia – racconta Gheghi – Tutte le esperienze che ho fatto mi hanno formato molto e mi hanno dato l’opportunità di lavorare al film successivo in maniera più profonda. Questa è stata l’esperienza più tosta della mia vita. Venivo da 32 repliche con Mario Martone, interpretando Romeo. Pensavo che non ci potesse essere niente di più difficile, poi ho incontrato Mauro. Mi sono allenato per due mesi e mezzo e ho preso 10 chili di muscoli. Paolo Madonna è entrato un mese dopo nel cast: mi ha dato la spinta per fare meglio perché otteneva risultati a una velocità disarmante”.
Dopo i fiumi di sangue della prima parte del film, in cui il regista riesce a mostrare con credibilità la brutale condizione di vita di questi lottatori, la seconda parte cambia improvvisamente di tono, entrando più nel cuore e nelle fragilità di Davide e Minuto, in un conflittuale rapporto padre-figlio, e introducendo due personaggi femminili interpretati da Fotinì Peluso e Giordana Marengo. Ciò che sembrava casuale viene giustificato e il peccato originale di Davide riverserà su di lui con tutte le sue tragiche e inevitabili conseguenze.
“Viviamo in un mondo evidentemente violento. – dichiara Alessandro Gassmann, chiamato a interpretare un personaggio a tratti imperscrutabile – Abbiamo guerre intorno a noi, un fronteggiarsi muro contro muro, un urlare e non ascoltare, una voglia di zittire. La violenza ci circonda e permea la società dei ragazzi dell’età di Francesco e di mio figlio. In un film che restituisce un mondo non realistico, hanno inserito una violenza reale. Qui possiamo trovare un pertugio, una piccola crepa, dove rinasce un germoglio, se non di pacificazione, quantomeno di comprensione reciproca”.
Dopo il riuscito esordio, Mauro Mancini continua il suo viaggio nei luoghi più infimi e oscuri dell’animo umano, aggiungendoci un tocco di genere che non guasta mai. Con evidenti ispirazioni a film come Fight club, ma con un tocco umanistico non indifferente, Mani nude è un unicum nel panorama cinematografico italiano. Al netto di un Gassmann perfettamente in parte, da segnalare la presenza sempre gradita di Renato Carpentieri, mentre stupisce la versatilità di Francesco Gheghi, inatteso nei panni del cruento picchiatore. Da apprezzare, in particolare, la capacità di non accontentarsi di frequenti scene di combattimento girate da manuale. Non a caso, il film prodotto e distribuito da Eagle Pictures, è un serio candidato a possibili remake futuri: inevitabile conseguenza quando si riesce a mettere su schermo, pur con qualche didascalismo, storie che affrontano temi universali.
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