Tra nostalgia, commozione e strizzate d’occhio ai fans, torna dieci anni dopo Mamma mia! il cinemusical campione d’incassi (600 milioni rastrellati in tutto il mondo) che cuce sulle hit intramontabili degli ABBA la storia dell’indipendente e anticonformista hippie Donna, partita per la Grecia alla ricerca della felicità.
In Mamma mia! Ci risiamo, nelle nostre sale dal 6 settembre, troviamo sua figlia, l’ormai adulta Sophie (Amanda Seyfried) che sta per riaprire in grande stile l’albergo di famiglia sull’isola di Kalokairi per rendere omaggio alla mamma, ormai defunta ma sempre presente nel cuore di tutti e specialmente nel suo. La ragazza è determinata a seguire le orme materne ma questa scelta ha messo in crisi il suo rapporto con Sky (Dominic Cooper), che vuole stabilirsi a New York. Un po’ melenso ma per fortuna quasi subito partono i flash back che ci riportano al 1979. Siamo nel momento clou della turbolenta esistenza di Donna (a impersonarla è l’ex Cenerentola Lily James), appena laureata, boccoli biondi e camicioni a fiori, è pronta a innamorarsi. E infatti, uno dopo l’altro, incontra i tre aitanti giovanotti che diventeranno i presunti padri di Sophie. Sono Jeremy Irvine (Sam), Josh Dylan (Bill) e Hugh Skinner (Harry) e il gioco delle somiglianze – bisogna dirlo – per una volta funziona. Ovviamente il cast storico, dieci anni dopo, è un po’ attempato, ma Pierce Brosnan, Stellan Skarsgård e Colin Firth, che fanno la loro comparsa come sorpresa “annunciata” nel gran finale (con l’eccezione di Brosnan, che è rimasto a vivere sull’isola e duetta spesso con la figlia Sophie), sono comunque sempre molto godibili e hanno quel giusto mix di romanticismo e goliardia. E mentre Meryl Streep si ritaglia un piccolo “cameo” in veste di toccante apparizione, la vera apoteosi è la scena in cui la nonna Ruby Sheridan, a cui Cher presta il suo indubbio carisma e la sua voce, entra in scena duettando con un allibito Andy Garcia, un suo amore di gioventù, sulle note di Fernando.
A Phyllida Lloyd è subentrato alla regia Ol Parker (i due Marigold Hotel) mentre Catherine Johnson è sempre nel pool degli autori insieme a Richard Curtis e i produttori sono Judy Craymer (anche produttrice del musical teatrale) e Gary Goetzman. Tutte le canzoni più famose degli ABBA sono riproposte insieme ad altri brani meno celebri, ma non mancano i motivi che vi faranno ballare sulla sedia, da Waterloo a When I Kissed the Teacher, da Super Trouper a Dancing Queen, fino all’immancabile Mama mia. Molto belle ed efficaci le coreografie, specialmente quelle che vedono coinvolte le tre Dynamos: Julie Walters, nei panni di Rosie, e Christine Baranski, in quelli di Tanya, ancora si difendono più con le mossette maliziose che con le acrobazie, mentre i loro “doppi” giovani (Alexa Davies e Jessica Keenan Wynn) mostrano una certa dose di ironia.
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